Il Grigone del Deserto

  • Sfera d’influenza: Parsimonia, Resilienza, Intransigenza, Legislazione.
  • Popolo di riferimento: Zithar.
  • Classe di riferimento: Esploratori.
  • Mestiere di riferimento: Indigenti, Girovaghi, Massaie (che apprezzano la parsimonia); Avvocati, Giudici, e Notai (che apprezzano la rigida applicazione delle regole).
  • Colore: Giallo Sabbia.
  • Arma Sacra: Spadone del Deserto.
  • Motto: Io non porto doni; detto regole.
  • Noto anche come… L’Arcigno, Il Parsimonioso, L’Intransigente, Colui che non ha misericordia, L’Arido Legislatore.

“Nel deserto, una rosa può sopravvivere solo grazie alla propria forza, non alla bellezza. Quando questo accade, si ha una prova di come le avversità, non importa quanto grandi, possono essere superate.”

Dhilwona Matshayo, anziana zithara

Descrizione

La vita nel deserto, ed in altri territori desolati, richiede resilienza, disciplina e parsimonia. Coloro che posseggono queste qualità vengono premiati sopravvivendo, mentre tutti gli altri soccombono vergognosamente. Questa divinità incarna la durezza di questa condizione. A lui si rivolgono i carovanieri quando devono percorrere una zona ostile. A lui si rivolgono gli indigenti per meglio affrontare la loro condizione. A lui si rivolgono le massaie quando risparmiano sui pochi spiccioli, o gli eremiti erranti vestiti solo di un sacco di juta. A queste preghiere il Grigone non risponde donando acqua, cibo o soldi (che nessuno si aspetti la manna cadere dal cielo). Egli invece offre “I Canoni”, ovvero un insieme di dettami che concedono alla mente risoluta di sopravvivere nelle avversità. Si dice che il Grigone stesso si faccia garante dell’efficacia dei “Canoni” e della protezione di quei fedeli che li seguono alla lettera. Il Grigone del Deserto è quello tra i Nove che apprezza maggiormente la rigida applicazione delle regole. Per questo motivo, negli ultimi anni, si è diffusa l’abitudine di rivolgersi a lui affinché vegli sui contratti, e sul corretto svolgimento dei processi. Prima di ogni procedimento, avvocati, giudici, notai, offrono al grigone una ampolla d’acqua pura sigillata come pegno.

 

Dettami del Dio

“I Canoni” si declinano diversamente a seconda dei contesti. Tuttavia vi sono tre punti cardine.

  • Il canone della parsimonia e della conservazione – Non mangiare o bere a sazietà. Non spendere tutta la moneta nella borsa. Non consumare tutte le tue energie. Conserva parte di quello che hai per poter sopravvivere un altro giorno.

  • Il canone della determinazione e della resilienza – Cerca cibo, acqua e moneta dove gli altri non guardano. Si può trovare sostentamento da un boccone nel terreno, o dal liquido dentro ad una pianta grassa.

  • Il canone dell’acqua – l’acqua è ciò che più prezioso che esista; donare una ampolla d’acqua sottratta alla propria bocca è un gesto di generosità estrema; augurare a qualcuno di aver soddisfatta la propria sete è la miglior forma di cortesia.

 

Popolo di riferimento

Per ragioni geografiche, gli Zithar sono il popolo con il maggior numero di devoti al Grigone. Questi hanno interiorizzato “I Canoni” in modo personale ed originale. Durante un banchetto a Thorlund, dopo svariati bicchieri di liquore all’anice, il Gran Visir Jamal Ron Sarvin fu udito dire le seguenti parole: “Dicono che siamo pigri, ma noi rispettiamo la parsimonia e conserviamo le energie. Dicono che siamo ladri, ma noi mostriamo determinazione e cerchiamo la moneta dove nessuno se l’aspetta. Forse ogni tanto violiamo le leggi, ma non si potrà mi dire che violiamo i Canoni”.

 

Clero

Non vi è un clero del Grigone del Deserto, ed i chierici a lui devoti sono rarissimi. Questo perché il Dio non è solito elargire poteri fantastici. Egli fornisce solo conoscenza in modo esplicito ed immediatamente comprensibile ad ogni fedele, indipendentemente dal livello intellettuale. Se poi il Grigone sente di dover intervenire in altro modo, tende a farlo senza la mediazione di sacerdoti. Un caso famoso fu quello di Zamira Saadj, una potente maga Zithar, che cercò di convincere le sue genti di essere una sacerdotessa del deserto. Girava per gli insediamenti e carovane creando acqua tramite la magia, ed affermando che fosse un dono divino. Il Grigone non tollerò questa blasfemia. Così, un giorno mentre lei compieva un rito, gli organi interni le si essiccarono. Il sangue, l’urina, la saliva, ed ogni altro liquido nel corpo diventarono polvere. La folla inorridita vide la bocca della donna morente aprirsi, ed udirono una voce rauca e sibilante ripetere le seguenti parole: “Non aspettatevi da me il dono dell’acqua, solo la conoscenza su come trovarla”. Da allora, tra nelle comunità Zithar, nessuno cercò più di spacciarsi come sacerdote benedetto dal Dio.

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