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Il Mondo di Te'Rha

Te'Rha

I Dherrota sono non-morti senzienti, rialzatisi dalla tomba per motivi spesso misteriosi. Leggenda vuole che essi siano nati per volere del <a href="/grigone-delle-paludi/">Grigone delle Paludi</a> che, invidioso del fratello <a href="/grigone-dellaria/">Grigone dell&#8217;Aria</a>, avrebbe tentato di mimarne l’abilità di riportare in vita i defunti. Tuttavia, data la sua natura, egli non fu in grado di invertire l’invecchiamento ed il decadimento dei corpi, e perciò gli individui rinati continuarono a decomporsi, benché più lentamente di un cadavere tradizionale. Si dice che un Dherrota possa apprezzare la sua nuova esistenza per circa 20 anni, dopo i quali il suo corpo tende a perdere pezzi e disfarsi. 
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I principi che governano la rinascita di un Dherrota sono misteriosi, e pochi sembrano comprenderli fino in fondo. Il Grigone può concedere la rinascita a persone morte di recente, come anche ad individui deceduti tanto tempo addietro. In quest’ultimo caso, pare che il corpo decomposto si ricostruisca entro una certa misura, per garantire capacità basiche di movimento e di parola. Le rinascite immediate sono generalmente le meno traumatiche, dal momento che il Dherrota conserva le abilità e quasi tutta la memoria della sua vita precedente. Invece, le rinascite protratte nel tempo causano numerosi problemi alla persona, visto che questa conserva solo pochi ricordi frammentari, portandola spesso ad investigare aspetti della propria storia che non ricorda più. 
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La rinascita conferisce ai Dherrota una notevole intelligenza. A volte questa si manifesta immediatamente, altre volte (soprattutto quando l’individuo era un po’ tonto in vita) emerge col passare del tempo. Molti si sono chiesti da dove venga tale capacità, dal momento che i Dherrota hanno spesso il cervello decomposto, danneggiato e, in alcuni casi, totalmente assente. In egual misura, essi dimostrano una buona forza fisica, nonostante molti di loro non abbiano nervi che possano muovere gli arti. Qualunque sia la ragione dietro a questo mistero, è un fatto noto che i Dherrota manifestino spesso un appetito quasi insaziabile per i cervelli umanoidi, al punto da indurli a condurre azioni riprovevoli. 
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Dopo la loro rinascita, alcuni Dherrota cercano, se possibile, di continuare la loro precedentemente esistenza a contatto con gli altri popoli (celebre il caso di Corbin <a href="/incursioni/">Moloch</a>, che assunse la carica di consigliere dell&#8217;impero Dragonico dopo la sua rinascita). Tuttavia, altri hanno deciso di raggrupparsi in piccole comunità isolate dentro cimiteri o mausolei. Qui, emergono come figure eminenti I Sacerdoti Neri (più banalmente dei <a href="/classes/necromante/">Necromanti</a> fedeli al Grigone delle Paludi) che organizzano e dirigono ogni aspetto della vita sociale, prendendosi cura dei defunti durante la loro rinascita, e aiutandoli ad adattarsi alla loro seconda esistenza.

Dherrota

Gli Elfi sono un popolo antichissimo, dalla bellezza e grazia impareggiabili. Hanno una fisionomia mammifera simile a quella umana ma più esile e slanciata. Nonostante questo, essi sostengono di discendere in parte dall&#8217;estita stirpe dei Floreali, una razza di origine vegetale dalla pelle verde, che fu benedetta dal <a href="/grigone-della-terra/">il Grigone delle Terre</a> da una vita innaturalmente lunga affinchè potesse vegliare sull&#8217;equilibrio del mondo. In questo modo gli Elfi giustificano il loro aspetto, il loro attaccamento alla natura ed il loro ciclo di vita assai più lento di quello degli altri popoli. Se un umano impiega circa 16 anni per maturare in un adulto, l’elfo ne impiega 50. Giunto a questa età, egli si assesta sulla sua forma finale che conserverà indefinitivamente. Non si è mai avuta notizia di un elfo invecchiare o morire di tarda età. Se si escludono le morti traumatiche, un elfo potrebbe potenzialmente vivere in eterno. Attualmente, però, in seguito ai terribili eventi che hanno portato alla fuga dal vecchio continente, gli elfi giunti all’<a href="/lapprodo/">Approdo</a> erano mediamente più giovani di 200 anni. Conseguentemente, le comunità esistenti sono composte di persone che difficilmente superano i 300. 
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Nel tempo, la comunità elfica si è divisa in vari gruppi, o ceppi. Il loro ceppo principale è solito vivere nei boschi, in magnifiche piccole città scavate in grossi alberi. Vi sono tuttavia ceppi che si sono stabiliti nei ghiacci, caratterizzati da una pelle più azzurra, mentre altri si sono fusi ad altri popoli, vivendo nelle loro comunità. Per questo è possibile vedere degli elfi con carnagioni diverse. Nel vecchio <a href="/le-origini/">impero Dragoniano</a>, tuttavia, era prassi impedire agli Elfi di ascendere a posizioni di grande rilievo, dal momento che la loro lunga vita sarebbe stata di impiccio all’élite umana. Infine, un gruppo di elfi si staccò dal ceppo principale in dissenso con la loro apertura verso gli altri popoli e l’avvento di nuove tecnologie. Costoro, noto colloquialmente come <a href="/races/elfo-oscuro/">elfi oscuri</a>, sono un ceppo isolazionista che conduce una vita nomadica tra foreste, grotte e deserti. 
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Medialmente, il lungo arco di vita ha fornito agli elfi una profonda pazienza e riflessività, nonché un’unica prospettiva verso i grossi mutamenti. Raramente sono irruenti o affrettati; per loro c’è sempre tempo per fare le cose e nulla è veramente un’urgenza. Come le querce secolari crescono forti incuranti dei rapidi mutamenti che li circondano, anche loro non si preoccupano delle piccole beghe degli altri popoli. È frequente vederli camminare a passo estremamente lento per le vie di una città, cosa che finisce inevitabilmente per snervare i loro compagni umani. Sono ottimi allevatori, sempre in sintonia con il mondo animale, abili botanici e coltivatori, e sublimi artisti e musicisti. La loro fede verso i Grigoni, in particolare allo Spirito della Terra, ha infuso in loro un profondo rispetto verso l’ordine naturale delle cose, di cui si sentono i legittimi protettori. Culturalmente, rinnegano le arti oscure, la risurrezione dei cadaveri, ed hanno un’istintiva avversione verso il popolo dei <a href="/races/dherrota/">Dherrota</a>, che considerano una aberrazione. Il loro rapporto con la magia è ambiguo: alcuni di loro vedono la manipolazione degli elementi come una sovversione dell’ordine naturale delle cose, che andrebbe accantonata a favore di pratiche ed incantamenti di natura religiosa. Tuttavia la loro intelligenza li rende assai dotati in quest’arte al punto che alcuni la praticano sostenendo come essa, invece, possa rivelarsi estremamente utile per la protezione dell’ecosistema.

Elfo

Gli Elfi oscuri, o Drow, sono un ceppo cadetto degli <a href="/races/elfo/">Elfi</a> tradizionali, che si è separato dal ramo principale in dissenso con il loro credo religioso e con la loro tolleranza verso gli altri popoli. Leggenda racconta che il loro capostipite sia stato un elfo di nome Jivvin Teken’tlar, il quale si allontanò dalla comunità urbana che caratterizzava i suoi simili, per immergersi in una vita di solitudine, a stretto contatto con l’aspetto più primordiale ed incontaminato della natura. Come ogni Elfo, anche Teken’tlar sentiva forte il richiamo di voler preservare la natura in tutta la sua bellezza. Tuttavia, egli criticava ai suoi simili una eccessiva apertura verso nuove tecnologie (come quelle per il raccolto e per la costruzione di edifici complessi) che ne perturbavano il naturale equilibrio. 
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Da allora, gli Elfi oscuri vivono separati dai loro cugini. Sono organizzati in piccoli gruppi in foreste, montagne sperdute, o caverne profonde. Altri conducono una vita nomade, vagando lungo il continente evitando i centri più affollati. La loro indole isolazionista, combinata ai i loro occhi sensibili, li ha fatto prediligere gli ambienti bui cosa che, col tempo, ha fornito loro una carnagione scura, tra il castano ed il blu, assai distinta rispetto a quello degli altri ceppi elfici. Da qui nasce il termine “Elfo oscuro”, definizione derisoria usata dagli altri popoli. Essi, invece, amano definirsi in vari modi come “le genti di Teken’tlar”, “l’alta stirpe”, “gli elfi vivi”, o più semplicemente Drow, termine derivato dalla parola dro che vuol dire, per l’appunto, “vivente”. 
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Ad eccezione della carnagione, i Drow sono biologicamente identici ai loro cugini, con cui condividono una grande agilità ed intelligenza. Tuttavia, sfruttano queste abilità in modo diverso, rinnegando la lunga tradizione religiosa elfica, ma privilegiando arti alternative legate alla caccia, alla mimetizzazione con l’ambiente circostante, alla sfida tra l’individuo e la preda, e ad un uso meno ristretto della magia. Non a caso, i Drow sono considerati dei raffinati duellanti e strateghi, al punto che le loro comunità vengono ricercate da individui che sono desiderosi di apprendere le loro arti. Nonostante la loro attitudine isolazionista, alcune comunità Drow hanno col tempo imparato a rispettare alcuni gruppi che, come loro, conducono una vita a diretto contatto con la natura. Celebre fu il caso di <a href="/draguluin/">Draguluin</a>, che si trovò a crescere in una tribù di selvaggi nel vecchio continente prima di essere portato a Dragonia. Per questo motivo, i Drow hanno recentemente sviluppato un rapporto di benevolenza e protezione nei confronti dei <a href="/races/tethziar/">Tethziar</a>, di cui apprezzano la predisposizione magica e la reverenza verso la sacralità della giungla.

Elfo Oscuro

I Felinidi (o, come si autodefiniscono loro, “Il popolo dell’Artiglio”) sono una razza di felini umanoidi, caratterizzati da una grande agilità e potenza. Una <a href="/origine-dei-felinidi/">leggenda</a> attribuisce la loro creazione allo stesso <a href="/grigone-del-fuoco/">Grigone del Fuoco</a>, il quale decise far evolvere un gruppo di giaguari dopo aver notato che questi rispettavano il suo potere. In ogni caso, i Felinidi sono profondamente legati alla figura dello Spirito Ardente al punto che hanno plasmato tutta la loro società e cultura sui dettami del Dio. Essi danno un grande valore all’impulsività, alla passionalità, alla sincerità, ed al coraggio in battaglia. Dal momento che il loro ciclo di vita è leggermente più corto di quello umano, essi ritengono di non aver tempo da perdere, e che la vita debba essere apprezzata e sfruttata nella sua pienezza senza incertezze. 
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Prima del <a href="/le-origini/">concordato</a>, i Felinidi hanno vissuto prevalentemente in piccoli villaggi tribali sparsi per il vecchio continente. Si narra che uno di questi villaggi venne notato da un capitano <a href="/races/rettiloide/">Rettiloide</a> dell’esercito dragoniano che comprese come quelle irruenti teste calde potessero potenzialmente essere degli ottimi elementi per azioni di guerriglia di sostegno agli eserciti regolari. Da allora, parte dei Felinidi cominciò a vivere anche nelle città, spesso come membri di milizie e bande armate, ed incarnando un tipo di combattimento nuovo, più sanguigno e focoso, assai diverso da quello delle truppe rettilodi dal sangue freddo. Nelle città, i Felindi si rivelarono ottimi anche nei lavori pesanti, mentre la loro indole li rendeva poco adatti ai compiti concettuali, ed nell’uso delle arti magiche. Rari sono stati i casi in cui Felinidi riuscirono ad invocare incantesimi, e questo avviene perlopiù tramite intercessione divina, sfruttando la loro forte fede al posto della debole energia mentale.

Felinide

I Nathzur sono un popolo di dotti e pensatori proveniente dalle montagne centrali. Costoro (assieme agli <a href="/races/zithar/">Zithar</a> ed i <a href="/races/tethziar/">Tethziar</a>), sono originari di Nuova Te’Rha, e non furono toccati dagli eventi che portarono all’<a href="/lapprodo/">Approdo</a>. Poco si sa sulla loro origine, ma si pensa che questi discendano dall’antica civiltà degli Ethzar, che governava una lucente città di <a href="/dungeons/la-citta-sommersa/">Nephelia</a>, oggi sommersa ed infestata da crudeli creature marine. Una leggenda narra che, durante la distruzione della città, il proconsole Naru abbia tentato di fuggire dalla porta Nord con un gruppo di suoi compatrioti. Il gruppo fu attaccato da un gigantesco Elementale del Ghiaccio, che tentò di bloccare i fuggiaschi attraverso un potente incantesimo. Questi sopravvissero, ma la loro fisionomia fu mutata in modo irreversibile: la pelle assunse un colore azzurro ghiaccio, e i loro occhi diventarono luminescenti come cristalli. Inoltre, questo mutamento rese costoro altamente sensibili al caldo, costringendoli ad emigrare in zone montane, caratterizzate da una più bassa temperatura. Da allora, gli Ethzar di Naru, o Nathzur, vissero a lungo isolati. Sono recentemente hanno cominciato a riabituarsi al clima temperato delle pianure, cosa che gli ha consentito di scendere dalle montagne e mischiarsi con gli altri popoli. 
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Oggi, i Nathzur sono un popolo caratterizzato da una grande spiritualità e disciplina. Da questa popolazione emergono teologi, filosofi e storiografi, in generale le menti più raffinate del continente dopo quelle degli <a href="/races/elfo/">elfi</a>. Differentemente da quest’ultimi, però, i Nathzur preferiscono vivere in comunità multi-etniche, lavorando attivamente per aiutare i popoli e portarli sulla “retta via”. È frequente vederli prendere servizio come sacerdoti in chiese, templi e monasteri. Altri sono arruolati come cerusici negli eserciti, e sfruttano la loro profonda conoscenza della medicina per trattare i feriti. Non mancano certo coloro che si dedicano al combattimento, noti soprattutto per lo spirito di sacrificio e determinazione con cui portano avanti la loro causa. Si dice che i soldati Nathzur non romperebbero mai le righe, neanche davanti a un pericolo mortale; non si nasconderebbero mai al nemico, e non attaccherebbero mai alle spalle. 
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La loro spiritualità li rende contemporaneamente benvoluti e detestati in tutto il continente. Infatti, essi ostentano spesso una superiorità morale verso gli altri popoli, cosa che finisce per irritare la maggior parte delle persone. I più maligni sospettano che molti Nathzur si sentano in diritto di comandare su tutto il continente, sia spiritualmente che militarmente, e che, se lasciati fare, finirebbero per imporre la loro etica in modo dittatoriale. A farne le spese sarebbero i primo luogo gli Zithar, anch’essi fuggitivi da Nephelia, ma criticati per avrer preso una via lasciva e corrotta, meritevole dei peggiori castighi. Tuttavia, il popolo più disprezzato dai Nathzur è quello dei <a href="/races/dherrota/">Dherrota</a>, considerati assieme a tutti i non-morti come una aberrazione contro la santità della vita. Non è un segreto che i Nathzur provino un certo orgoglio ad aggirarsi nei cimiteri, falcidiando non-morti e controllando che dalle tombe non vi sia alcun rumore sospetto.

Nathzur

I Rettiloidi sono possenti individui con il corpo coperto di scaglie e squame. La loro conformazione li rende assai resistenti agli attacchi, e l’immensa forza fa di loro dei possenti lottatori. La loro forza è però controbilanciata da una certa goffaggine, che li rende poco adatti a tutte quelle operazioni basate sulla velocità e discrezione. Tra i popoli maggiori del continente, i Rettiloidi sono l’unico di natura non-mammifera, e posseggono molte più caratteristiche in comune con altre popolazioni rettili (come gli ofidiani) rispetto agli <a href="/races/umano/">Umani</a> o i <a href="/races/felinide/">Felinidi</a>. Questo dona ai Rettiloidi delle proprietà uniche. In primo luogo, sono ovovivipari: i piccoli nascono dentro a dei gusci d’uovo che vengono portati in grembo fino al momento della nascita, dove le uova vengono deposte. Le madri depositano circa 10 uova contemporaneamente, conseguentemente quasi tutti i Rettiloidi hanno tanti fratelli e sorelle sparsi per il continente. Come nel caso di molti rettili, il periodo dell’infanzia è ridotto al minimo, ed i piccoli raggiungono la piena maturità dopo appena 6 anni di vita. Questo sconcerta molti soldati umani e felinidi, i quali spesso non si trovano a loro agio a combattere contro chi ha la stessa età dei loro figli. A questo, i Rettiloidi rispondono che ogni razza matura in tempi differenti, e che un loro adulto di 6 anni è da considerarsi essenzialmente equivalente ad un Felinide di 12, un Umano di 16 o un <a href="/races/elfo/">Elfo</a> di 50. Questo non vuol dire che i Rettiloidi vivano poco. Al contrario, il loro ciclo di vita è solo di poco inferiore a quello umano. Semplicemente passano la maggior parte di questo arco di vita allo stadio adulto. 
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I Rettiloidi sono creature dal sangue freddo; questo, combinato alla loro conformazione, li rende dei guerrieri estremamente efficaci, sempre lucidi anche nelle situazioni di maggior pericolo, al punto che sono divenuti parte essenziale di tutte le fanterie del continente. Il cervello Rettiloide, molto reattivo davanti al pericolo, non è abituato a ponderare a fondo le implicazioni emotive e sociali degli eventi. Per questo motivo, è difficile vedere un Rettiloide commuoversi per una scena a teatro, vergognarsi per quello che gli altri potrebbero pensare di lui, provare empatia verso la sofferenza individuale, o semplicemente apprezzare il senso dell’umorismo altrui. Quindi, i membri di questa razza faticano a relazionarsi con gli altri popoli, e rapporti di amicizia cominciano a svilupparsi solo dopo lunghi periodi. Questo non vuol dire che i Rettiloidi siano stupidi. Al contrario, alcuni di loro sono capaci di fare ragionamenti molto articolati, o di concepire strategie molto complesse e raffinate. Tuttavia, questi processi mentali sono sempre focalizzati al combattimento, il nutrimento o la riproduzione. In sintesi, tutto ciò che non può essere combattuto, mangiato o fottuto è, per il Rettiloide medio, non più interessante di un sasso. Una conseguenza naturale di questo approccio mentale è che il cervello Rettiloide è poco portato alla magia. Per quanto comprendano la sua efficacia in molti contesti (soprattutto in battaglia), la sua applicazione richiede un ragionamento astratto che per loro è difficilissimo. Non a caso, è celeberrimo il caso di tale Cernebog, unico Rettiloide che si ricordi che, che dopo anni di studi e di fatiche, si riuscito ad eccellere nell’uso della magia.

Rettiloide

I Tethziar sono un popolo che vive nella giungla nera ad est del deserto centrale. Costoro (assieme ai <a href="/races/nathzur/">Nathzur</a> ed agli <a href="/races/zithar/">Zithar</a>), sono originari di Nuova Te’Rha, e non furono toccati dagli eventi che portarono all’<a href="/lapprodo/">Approdo</a>. Poco si sa sulla loro origine, ma si pensa che questi discendano dall’antica civiltà degli Ethzar, che governava una lucente città di <a href="/dungeons/la-citta-sommersa/">Nephelia</a>, oggi sommersa ed infestata da crudeli creature marine. Una leggenda narra che, durante la distruzione della città, la proconsole Tehia abbia tentato di fuggire dalla porta Ovest con un gruppo di suoi compatrioti. Il gruppo fu attaccato da un gigantesco Elementale del Veleno, che tentò di bloccare i fuggiaschi intossicandoli con un potente allucinogeno. Questi sopravvissero, ma vagarono per giorni in preda al delirio e ad allucinazioni terribili. Inoltre, la loro fisionomia fu mutata in modo irreversibile dalla tossina e la loro pelle assunse un colore violaceo. Passato l’effetto dell’intossicamento, gli Ethzar di Tehia, o Tethziar, giunsero nella giungla nera dove si sentirono finalmente al sicuro. Per evitare di essere notati dalle creature che avevano attaccato Nephelia, decisero di condurre una vita semplice, a contatto con la natura e lontana dai fasti che avevano caratterizzato la loro antica civiltà. 
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Oggi i Tethziar abitano in villaggi tribali ed hanno uno stile di vita assai più primitivo rispetto a tutti gli altri popoli. Recentemente alcuni si sono avventurati nelle grandi città ed hanno imparano con fatica ad adattarsi alla vita moderna. Per questo motivo, un Tethziar non sarà mai un guerriero educato alle moderne arti militari o una raffinata spia capace di confondersi nei piccoli vicoli cittadini. Egli avrà una capacità combattiva più spontanea (ma non per questo meno efficace) senza l’impiccio di armature troppo ingombranti. I Tethziar sono abili cacciatori ed esploratori, a loro agio quando immersi nella natura. Tuttavia la caratteristica più sorprendente dei Tethziar è la loro abilità spontanea a comprendere le arti magiche. Ciò che per gli umani richiede anni di studio, i Tethziar lo capiscono con l’intuizione. Pur nella loro arretratezza, gli sciamani Tethziar sono in grado di fare degli incantesimi molto particolari e potenti. Sanno alterare gli animi delle persone con la musica, instillare il panico nei loro nemici a distanza, ed altri ancora possono mutare il loro aspetto in creature spaventose. 
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I Tethziar sono organizzati in villaggi, spesso in lotta l’uno con l’altro. Il più famoso di questi è Banaroo, governato da un capo con una visione aperta e collaborativa nei confronti delle altre razze. Altri villaggi, tuttavia, hanno altri punti di vista. Per esempio la comunità di Banboocha è da generazioni rivale di Banaroo, ed il suo capo villaggio ha comandato di attaccare a vista ogni straniero che si avventuri nei suoi territori. Alcuni sostengono che i Tethziar di Bamboocha siano cannibali, anche se la cosa non è stata mai confermata. Nonostante le differenze tra villaggi, tutti i Tethziar hanno un buon rapporto con gli <a href="/races/elfo-oscuro/">elfi oscuri</a>, dal momento che condividono con loro uno stile di vita semplice, legato alla natura, e rispettoso della sacralità della giungla. Infatti, la cultura Tethziar è profondamente legata a quella di Nyamhar, divinità ancestrale che incarna ciò che vi sia di più oscuro e pericoloso nella giungla. Nyamhar (conosciuto nel resto del continente come il <a href="/grigone-delle-ombre/">Grigone delle Ombre</a>) è il solo Dio riconosciuto dai Tethziar, e ogni altro culto è bandito dai loro villaggi.

Tethziar

Gli umani sono la popolazione più diffusa su Te&#8217;Rha. A loro si deve l&#8217;edificazione delle più grandi città, nonché alla nascita della leggendaria genealogia di <a href="/le-origini/">Imperatori Dragoniani</a>. Quando colonizzarono questo continente (in seguito agli eventi che portarono all&#8217;<a href="/lapprodo/">Approdo</a>), essi cominciarono un&#8217;importante operazione di urbanizzazione che rivoluzionò lo stile di vita delle popolazioni locali. 
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Gli umani sono, sotto molti aspetti, il popolo più civilizzato del continente. Essi abbondano nelle grandi città, come nei piccoli centri rurali e contadini, mentre è meno frequente vederli a loro agio nella natura selvaggia. Questa caratteristica ha reso molti di loro estremamente altezzosi verso gli altri popoli, di cui non comprendono l&#8217;attaccamento alla natura. In particolare, gli umani hanno una forte acredine verso gli <a href="/races/zithar/">Zithar</a> chiamati spesso in modo derisorio &#8220;i topi&#8221;, per via della loro attidune al crimine da strada che imperversa nei bassifondi delle loro città (di riflesso, gli Zithar chiamano gli uomani &#8220;gli scarafaggi&#8221;, data la loro tendenza ad infestare ed occupare ogni spazio disponibile). Analogamente, gli umani non comprendono fino in fondo le genti <a href="/races/elfo/">elfiche</a>, il cui concetto di raffinatezza e nobiltà non è associato alla modernizzazione ed alla tecnologia. Pare, inoltre, che molti regnanti umani guardino con diffidenza ed invidia gli elfi anche per il loro quasi interminabile arco di vita, considerato un notevole vantaggio nel percorso di modernizzazione dei popoli e per la ricerca personale di potere. 
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La caratteristica chiave degli umani sta proprio nel non aver particolari predisposizioni. Essa può far tutto indiscriminatamente, e nessuna abilità o professione gli è preclusa. Proprio per la loro spiccata intelligenza e versatilità, sono spesso in grado di salire al vertice di gruppi ed organizzazioni e rivoluzionarne la struttura. In quest&#8217;ottica, gli umani sono spregiudicati politici, abili diplomatici, e ricchi commercianti. A loro si devono sofisticati manufatti, raffinate architetture, moderni acquedotti e sistemi fognari.

Umano

Gli Zithar sono un popolo che abita nel deserto centrale. Costoro (assieme ai <a href="/races/nathzur/">Nathzur</a> ed i <a href="/races/tethziar/">Tethziar</a>), sono originari di Nuova Te’Rha, e non furono toccati dagli eventi che portarono all’<a href="/lapprodo/">Approdo</a>. Poco si sa sulla loro origine, ma si pensa che questi discendano dall’antica civiltà degli Ethzar, che governava una lucente città di <a href="/dungeons/la-citta-sommersa/">Nephelia</a>, oggi sommersa ed infestata da crudeli creature marine. Una leggenda narra che, durante la distruzione della città, la proconsole Zia abbia tentato di fuggire dalla porta Sud con un gruppo di suoi compatrioti. Il gruppo fu attaccato da un gigantesco Elementale dell’Acqua, che lanciò verso i fuggiaschi un potente incantesimo che ne avrebbe risucchiato tutti i liquidi dal corpo. Questi sopravvissero, ma la loro fisionomia fu mutata in modo irreversibile: la loro pelle divenne arida e coriacea, con un colore e porosità che ricordano la sabbia del deserto. I loro occhi parvero asciugarsi completamente, perdendo ogni segno di sclera bianca e apparendo all’osservatore come delle vuote orbite. Inoltre, questo mutamento rese costoro altamente sensibili al freddo, costringendoli ad emigrare in zone desertiche, caratterizzate da un’altra temperatura. Da allora, gli Ethzar di Zia, o Zithar, vissero a lungo isolati. Sono recentemente hanno cominciato a riabituarsi al clima temperato delle pianure, cosa che ha spinto alcuni di loro ad uscire dal deserto ed a mischiarsi con gli altri popoli. 
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Nel corso del tempo, gli Zithar hanno condotto principalmente una vita nomade, spostandosi con grosse carovane lungo il deserto, mentre una parte di loro ha fondato delle piccole città sulla costa e ai confini con le foreste (la più importante di queste è Thorlund). In seguito all’Approdo, ed alla creazione dei grandi regni umani, alcuni si sono spostati fuori dal deserto, ed hanno cominciato a convivere ai margini delle grandi città, spesso vivendo di piccoli crimini. In generale, gli Zithar, sono persone estremamente pragmatiche e spregiudicate. La vita nel deserto li ha profondamente induriti ed ha raffinato il loro istinto di sopravvivenza, al punto che molti di loro non esitano a ricorrere al furto e all’omicidio per i loro scopi. Per converso, gli Zithar sono individui poco spirituali, che difficilmente intraprendono una carriera religiosa. Le loro comunità, tradizionalmente, non hanno chiese, e ciascun membro della popolazione prega a modo suo senza la mediazione di alcun sacerdote (non a caso i chierici devoti al <a href="/grigone-del-deserto/">Girgone del Deserto</a> sono rarissimi). 
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Tra i popoli originari del continente, gli Zithar sono quello che maggiormente ha mal tollerato gli eventi dell’Approdo, e soprattutto l’incontinenza umana che ha portato all’occupazione di gran parte del territorio disponibile. Non a caso, gli Zithar deridono gli <a href="/races/umano/">umani</a> chiamandoli “gli scarafaggi”, per la loro indole ad infestare ogni spazio disponibile. Dal canto loro, alcuni umani chiamano gli Zithar “i topi”, visto che molti di loro vivono nei bassifondi delle loro città dove imperversa il crimine. Questa acredine, ha spinto molti Zithar a creare piccole comunità di predoni, coinvolti in una vera propria guerriglia contro i grandi regni umani. In anni recenti, il capo di questi predoni fu una donna chiamata Jezabel Niravar, nota come l’Aquila del Deserto, che creò un potente esercito composto da Zithar, Tethziar e pirati dal mare centrale, mettendo in seria difficoltà l’esercito di Nuova Dragonia.

Razze