Prima Parte
Un tuffo nel passato
“La battaglia infuriava dappertutto, ma ormai era chiaro che l’Alleanza stava avendo la meglio sull’esercito di Moloch. Ovunque, nella Capitale Imperiale Dragonia, si sentivano i suoni delle armi che si scontravano, il fischio delle frecce che tagliavano l’aria e voci che invocavano le magie più potenti e distruttive conosciute dai mortali. Le strade erano colme di corpi inermi e di guerrieri che correvano per salvare la propria vita, terminando quella altrui. Le ultime difese cedettero e fu solo questione di tempo prima che gli invasori sfondassero i portoni del Castello dell’Imperatore. Mancava poco, prima della conclusione dell’incantesimo che avrebbe completamente aperto la distorsione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Absolute Owners e milizie dell’Imperatore non avevano ostacolato l’Alleanza sufficientemente a lungo affinché il rito si concludesse. Udendo il rumore della battaglia ormai dentro la sua roccaforte Moloch alterò lievemente l’incantesimo, trasformandolo in una maledizione, prima che le porte fossero disintegrate dalla foga dei liberatori. La stanza era vuota, la distorsione con il mondo ultraterreno era svanita e soprattutto il tentativo dell’Imperatore di richiamare Draguluin dall’aldilà era stato sventato. Tutto ciò che rimase era un sussurro: la voce di Moloch che echeggiava nell’aria promettendo vendetta, sempre più fioca fino a diventare un suono impercettibile. Arrivò finalmente la pace che aveva infuocato i cuori di coloro che avevano creato l’alleanza, ma col passare del tempo molti dimenticarono la maledizione. Così la storia divenne leggenda, ed il passato divenne mito. La vita continuò a scorrere e Dragonia divenne una città poco frequentata perché le popolazioni migrarono nei territori neutrali ed in particolar modo a Hrin. A parte le piccole scaramucce tra ex ribelli ed imperiali ci fu un periodo di relativa pace… fino all’arrivo di Mata Dixon. Tutta Te’Rha fu investita dall’avvento di Ade che aveva aperto un portale tra il suo regno e quello dei vivi per poter riconquistare la Dea di cui si era innamorato, e punire i mortali che lei proteggeva. Dopo un’epica ricerca da parte dei guerrieri di Te’Rha, aiutati da Mata Dixon, Ade fu sconfitto e relegato di nuovo nel suo regno insieme ai suoi seguaci ed il portale richiuso… ma non fu l’unica cosa che lo attraversò. Approfittando del varco, un soffio di vento fece ritorno sulle terre e si diresse verso Dragonia. Arrivato al castello si unì ad un sibilo che era rinchiuso dentro le mura dell’ex roccaforte imperiale e prese forma umanoide. Era tornato per avere la sua vendetta contro gli odiati Grigoni, e questa volta non ci sarebbe stato nessuno ad ostacolarlo. Fu così che Draguluin ritornò su Te’Rha, e dal profondo del suo cuore marcio avviò il suo piano. Durante il travaglio della maledizione Draguluin aveva, infatti, scoperto interessanti verità sul conto dei Grigoni. I sedicenti creatori del mondo non erano altro che degli impostori: Te’Rha era nata dall’eterno contrasto tra gli Elementi, ingenerati, immortali e superiori a qualsiasi altro essere. Gli Elementi non possono controllare la loro forza generatrice e tutto ciò che creano prende forma casualmente. Un puro caso fu quindi la nascita dei Grigoni: esseri dotati di poteri straordinari in grado di modificare la realtà. I Grigoni erano consapevoli del fatto di non essere divinità, ma erano soprattutto coscienti che per la loro sopravvivenza dovevano nutrirsi dei pensieri degli abitanti di Te’Rha. Decisero, affinché tale linfa non venisse loro meno, di apparire ai mortali mascherandosi come gli unici e misericordiosi creatori di tutto, ottenendo fedeli devoti in eterno. Draguluin capì anche il motivo per il quale sconfitto ad Umert da Nox, il saggio al quale i Grigoni avevano conferito il loro potere, non fu definitivamente distrutto ma solo relegato nel mondo degli inferi. Gli Elementi avevano inconsapevolmente conferito al Nathzur un potere tale che gli stessi Grigoni non potevano sopraffare, ma solo inibire: l’immortalità. Come prima cosa, Draguluin prevedeva di indebolire i Grigoni sottraendo loro l’ambrosia, elemento di cui si cibano gli Dei e che li teneva potenti e in forze. Per fare questo mandò i suoi Cavalieri del Nulla, i Saikamar, che cominciarono a sterminare nell’oscurità razze quali i Dherrota, i Felinidi ed i Rettiloidi. Solo troppo tardi i Grigoni si resero conto di quello che succedeva, così cercarono di affrontare i Saikamar, ma venuti loro meno i pensieri degli abitanti di Te’Rha, erano notevolmente indeboliti. Oltretutto nello scontro finale Draguluin si manifestò spazzando via con la sua potenza tutti i Grigoni. Usò un potente incantesimo per confinarli in una specie di limbo, un luogo dove non potevano ne vivere ne morire, destinati esclusivamente a seguire il destino delle poche creature ancora vive per le terre di Te’rha…”.
Conseguenze
Te’Rha è senza i suoi protettori, senza coloro che la difendevano, senza coloro che la osservavano e indirizzavano la sua evoluzione, e soprattutto senza coloro che aiutavano i suoi abitanti.
Draguluin ha la piena libertà di esercitare i suoi poteri malvagi sulle terre che una volta erano difese dai Grigoni; senza loro tra i piedi, il male può diventare il nuovo padrone del mondo, nessuno può fermarlo: gli esseri mortali non possono sconfiggere un dio…un demone forse, una creatura maligna, ma non un dio…
Qualcuno ci provò. Le razze sopravvissute si organizzarono nel poco tempo che era rimasto prima dell’avvento dell’oscurità. Costituirono un armata, l’ultimo battaglione a difesa di Te’Rha. Per la prima volta a nessuno importava la razza della creatura al proprio fianco, o se una volta si faceva chiamare ribelle o imperiale, un evento raro, ma non bastò. Non furono in grado di ferire colui che aveva esiliato i loro dei. Riuscirono a distruggere qualche suo servo, si batterono valorosamente, ma infine…furono annientati.
E sulle terre che avevano cercato di proteggere calò il buio, e il silenzio.
Un silenzio che non durò a lungo, il mondo degli esseri mortali…era indifeso…
Orde di creature maligne invasero quelle che una volta erano state delle città popolate, e, a volte, dove qualcuno era stato felice. Non potevano farsi scappare un occasione del genere, assaporare l’odore di felicità che si tramutava in odio, sangue e desolazione…
Draguluin sottomise buona parte delle creature immonde, ma non tutte, non era l’unico ad avere delle ambizioni, demoni…molto antichi, erano pronti a lottare per espandere i loro domini, e così cominciò una guerra, il male che si scontrava contro il male, una guerra che sarebbe durata all’infinito…
Forse furono queste ostilità a distrarre l’attenzione dei portatori di morte dalle poche creature sopravvissute…
L’Ultima Speranza
Qualcuno era ancora in vita…era riuscito in qualche modo a sfuggire alla morte…
Nascosti: così bisognava vivere, non in qualche città, non in qualche fortezza, no di certo se non si voleva attirare l’attenzione di qualche demone…
Serviva essere veloci, sapersi camuffare, e muoversi. Spostarsi di continuo da un luogo all’altro, sempre lontani da regioni dove il male esercitava di più la sua influenza…
Sulle montagne? in pericolose foreste tropicali? solo loro seppero come…ma ci riuscirono….
Impararono che in quei tempi difficili essere uniti portava dei vantaggi, ci si faceva coraggio a vicenda per andare avanti e riuscire a rimanere in vita, i sopravvissuti si unirono tra loro lungo il cammino e impararono a nascondersi. Il popolo degli elfi insegnò a usufruire della natura nel miglior modo, in primo luogo con il rispetto da dare ad essa, e in seguito sul modo di mimetizzarsi come parte di essa.
Viaggiarono a lungo, e riuscirono a sfuggire al male vivendo da nomadi: mai un posto fisso, poche cose da portare con se, ma tanto dolore dentro.
Poi un giorno qualcosa cambiò.
Si erano accampati, ai piedi di una montagna, dietro la quale si trova quella che una volta era la capitale di Te’rha, un posto di cui in pochi si ricordavano il nome, quella che un tempo era stata una gloriosa città.
Era notte e dopo aver consumato la scarsa cena, qualcuno al campo si allarmò, ormai erano abituati a tenere sempre tutti i sensi allerta: una figura si muoveva nelle ombre. Tennero il fiato sospeso aspettandosi uno scontro, ma non fu una creatura malvagia quella che usci dalle ombre, o almeno cosi non sembrava.
Una ragazza, o quella che una volta era stata una ragazza. Si riconoscevano i lineamenti della razza umana, ma il colore della sua pelle, dei suoi capelli e dei suoi occhi era molto strano; nonostante questo era bellissima, anche se terrorizzata e ferita.
Si presentò come Mata Dixon. A sentir pronunciare quel nome qualche anziano venne scosso da una serie di tremiti, le offrirono delle cure anche se con sospetto, ma la ragazza disse che non potevano curarla, non quella ferita provocata da un arma non mortale, e cominciò a parlare…
Raccontò qualcosa che lasciò a bocca aperta tutti i sopravvissuti e fini con “Siete l’ultima speranza…”
Poi corse via…nelle tenebre…aveva aggiunto qualcosa, se lei era li lui non doveva essere distante…
Sentirono un urlo agghiacciante, era della ragazza, qualcuno corse per soccorrerla, per vedere cosa le era accaduto, ma arrivato sul posto non trovò niente, nessuna traccia della donna, solo qualche fiamma di fuoco per terra, come se qualcuno avesse appiccato un incendio e si fosse già spento senza provocare danni.
Nei giorni seguenti al campo, si discusse dell’accaduto, e soprattutto delle parole della ragazza.
Per la prima volta dopo molti anni una luce di speranza cominciò a brillare nei cuori dei sopravvissuti…
La decisione
Quella notte, un anziano si mise a capo di tutto, prese la situazione in pugno, e indisse una riunione.
Erano tutti lì, consapevoli che dopo quella notte il loro destino sarebbe cambiato per sempre.
La ragazza misteriosa, aveva detto delle cose, raccontato di posti orribili ma in qualche modo era riuscita a portare una smorfia di sorriso sulle labbra di qualcuno. Non tutto era perduto, avrebbero smesso di nascondersi. Alcuni Grigoni erano ancora in vita…
La ragazza era stata prigioniera, e forse lo era divenuta di nuovo, di un antico demone, il suo nome era Ade, temuto e combattuto innumerevoli volte in passato, esso era stato innamorato della ragazza e l’aveva tramutata in una semidea, ma ella rifiutava il suo “amore”, la sua malvagità. Così una volta spariti i Grigoni la rapì per tenerla prigioniera. In quegli anni di prigionia scopri delle notizie interessanti, le uniche che si distaccavano dalla malvagità e dagli orrori a cui era costretta ad assistere. Vargo, un Grigone malvagio, il Grigone del sangue, era diventato servo di Draguluin, per non fare la fine degli altri Grigoni. Era andato da Ade per un patto di sangue, un accordo per distruggere altri demoni, un affare che non andò in porto. Durante la sua visita, menzionò i Grigoni, deridendoli…alcuni erano ancora vivi…
L’incantesimo che li teneva prigionieri non era eterno, aveva bisogno di qualcuno che sorreggesse costantemente la sua potenza magica, il compito fu affidato al braccio destro di Vargo, “solo finché la loro fiamma non si sarà estinta”, così aveva detto Draguluin, ma in realtà i Grigoni non erano ancora morti, e i Demoni non ne avevano capito il motivo. Ma la donna si, capii che se erano ancora vivi, c’era ancora qualcuno che credeva in loro, ancora qualche creatura buona in qualche angolo remoto di Te’rha, qualcuno che li teneva in vita senza saperlo, qualcuno che avrebbe potuto liberarli, l’unica speranza.
Mata Dixon usò tutti i poteri che Ade le aveva “donato” per cercare di concentrarsi su chi ancora era in vita, cercò a lungo e alla fine la sua ricerca fu premiata. Scappò per raggiungerli, ma venne inseguita e ferita da un demone, che prima di agire non pensò a quanto sia furiosa la collera di Ade nei confronti di chi fa del male a colei che desidera. Per fortuna poco prima di essere catturata, riuscì a trovarli e a raccontagli tutto.
La riunione dei sopravvissuti si fece animata, potevano fare qualcosa, potevano cambiare il futuro.
Finalmente avrebbero smesso di girovagare senza meta, avrebbero smesso di avere paura costantemente, avrebbero potuto ricominciare a vivere. Bisognava allenarsi, diventare più forti: essere capaci a nascondersi non vuol dire essere capaci a combattere. Per intraprendere la loro missione avevano bisogno di diventare abili, di apprendere le discipline di combattimento e di magia, ma per farlo non era possibile vivere da nomadi. Occorreva stabilirsi in un posto fisso, trasformarlo in un luogo da chiamare casa, dove allenarsi e difendersi.
Il momento era arrivato e la decisione fu presa, fu deciso di non scappare più, di ascoltare la ragazza, di smettere di nascondersi e cominciare a combattere, perché erano gli unici che potevano liberare i Grigoni…liberare…Te’Rha.
By SuperAl & DavideRei