Seconda Parte

Il Primo Obiettivo

Al campo cominciarono i preparativi.
Prima di tutto pensarono alle difese, occorreva rimanere li per un po, senza informazioni sui territori vicini non potevano scegliere in che direzione muoversi. Dovevano sapere se da qualche parte c’era un posto dove stabilirsi.
Nonostante gli intenti del male fossero quelli di annientare tutte le razze, in questo accampamento ne esistevano ancora sei:
Elfi, Umani, Felinidi, Rettiloidi, Drow e Dherrota. Tutti insieme come un unica famiglia, anche se…già qualcuno l’aveva previsto, con un territorio su cui vivere, sarebbero nate le ambizioni di molti e la vera natura di ogni razza sarebbe riaffiorata.
Ma questo pensiero passò in secondo piano rispetto al grande compito che li attendeva, non potevano restare li a lungo.
I più esperti esploratori furono mandati a coppie, due verso nord, due verso sud, due verso est e due verso ovest.
Il loro compito era riportare informazioni sui territori visitati, in particolar modo, sul tipo di ambiente e il numero di creature malvagie che abitavano quei luoghi. L’attesa cominciò, si aspettavano gli esploratori per decidere la mossa successiva.
Dopo una settimana i gruppi che erano andati a ovest e a sud tornarono al campo, sui loro volti si potevano riconoscere i segni del viaggio, e un espressione che non portava buone notizie: non avevano trovato niente, solo morte e distruzione.
Passarono due settimane ma degli altri due gruppi di esploratori non si seppe niente. Finché all’inizio della terza dalla loro partenza, un esploratore appartenuto ai due che erano partiti verso est, tornò al campo, stanco e ferito.
Raccontò che lui e il suo compagno avevano raggiunto i confini di una città al di là delle montagne, una città controllata dai non-morti.
Riuscirono a raccogliere tutte le informazioni necessarie senza farsi scoprire, la città era in buone condizioni, e non sembrava ci fossero eccessive forze demoniache a proteggerla, forse credevano che nessuno avrebbe osato attaccare quella che una volta era la capitale, anche perché non sospettavano che ci fosse ancora qualche mortale in vita. I due esploratori si incamminarono per riferire tutto ai compagni, ma nel viaggio di ritorno si imbatterono in una terribile sciagura, mentre percorrevano un passo in mezzo alle montagne, furono sorpresi da due demoni della terra, “sembravano delle montagne”, così disse l’esploratore, e nei suoi occhi si poteva leggere il terrore.
I mostri provocarono una frana che ferì lui e seppellì il compagno, la stessa frana blocco il passo tra le montagne, mettendo un muro di macigni tra lui e le creature, ma anche bloccando la via per la città.
Il gruppo andato verso nord non tornò e al campo capirono che non li avrebbero mai più rivisti.
Decisero che era il momento di agire, di raccogliere le forze e trovare una strada per arrivare a Dragonia…
L’Alba di una nuova era stava nascendo su Te’rha e sui suoi abitanti…

La Partenza

Il gran giorno giunse.
I preparativi furono ultimati.
Tutti i sopravvissuti si prepararono ad affrontare l’ignoto per raggiungere la città dove i loro figli sarebbero nati. Nessuno si tirò indietro, erano tutti ansiosi e allo stesso tempo terrorizzati per il grande passo che stavano per compiere.
Si erano appena riuniti alle porte dell’accampamento quando qualcuno parlò: “Sono contento, state per rischiare la vostra vita, ma non avete un attimo di esitazione. E’ questo lo spirito giusto!”.
Era Logan Pervell, un umano, un anziano che in passato aveva dato preziosi consigli e che da qualche tempo si era messo a capo delle operazioni. “Vecchio saggio!”, così lo chiamavano. A guardarlo non si capiva come facesse a stare in piedi, tanto vecchio che era. Portava sempre una tunica color faggio e un cappuccio che gli copriva il viso. Il suo volto mostrava i segni degli anni: il tempo l’aveva temprato e di tante rughe gli aveva fatto dono.
L’umano salì su un piedistallo di legno e cominciò a parlare:”Sapete perché siamo qui riuniti. Finalmente quest’oggi potremo dimostrare di cosa siamo capaci. Capaci di cambiare il nostro destino! E non solo il nostro! Ma di tutta Te’Rha!”.Urla di approvazione si alzarono dai guerrieri prima che Logan continuasse il discorso:”Come ben sapete dobbiamo trovare una via per raggiungere Dragonia e liberarla dalle forza malefiche che la controllano. L’ultimo rapporto giunto dagli esploratori mi ha messo al corrente che a sud del nostro accampamento c’è una torre presidiata da malvagie creature. Il luogo è stato tenuto sotto controllo e i nostri uomini hanno potuto constatare un grande movimento di truppe nemiche. Sarà quello il nostro punto di partenza. Assalteremo la torre per cercare di carpire informazioni sulle vie di accesso alla città. L’attacco è indispensabile anche perché sono troppo vicini: se si dovessero accorgere di noi, ci ritroveremmo circondati da centinaia di mostri e la nostra battaglia sarebbe persa in partenza”. Il vecchio fece una pausa per riprendere fiato, poi riprese. “Vi ricordo che il passo tra le montagne a sud è bloccato da una frana e non c’è modo di passare, quindi è essenziale trovare un altro sentiero che conduca alla città”.
Logan si fermò per dare tempo ai presenti di assimilare le sue parole. Poi indicò un individuo tra la folla:”Ruth Berghroth!”.
Una figura muscolosa si fece spazio tra i guerrieri e si spinse fino in fronte al saggio. Era un felinide, una razza che discende dai felini. Il viso, le orecchie e la coda ne erano un esempio lampante, mentre il corpo era quello di un umano. Si poteva notare la pelliccia che ricopriva il suo corpo. Molti li consideravano uno scherzo della natura, ma in combattimento c’era poco da scherzare con questa razza. Si raccontavano storie di battaglie in cui i felinidi brandivano armi a due mani di ogni sorta e si buttavano in mezzo alla mischia ruggendo e scatenando i loro poderosi colpi sui malcapitati avversari.
“Ruth Berghroth, sei quello che conosce meglio i territori a sud e forse sei uno dei guerrieri più valorosi che conosco! Sarai tu a guidare i tuoi compagni in questa pericolosa missione. Lascio a te il comando, io ormai sono troppo vecchio per questo genere di cose, il mio tempo per combattere è passato. Vi aspetterò qui, attenderò vostre notizie e mi preparerò per ogni genere di evenienza.”
Qualcuno dei presenti protestò per questa decisione, ma bastò un cenno di Ruth per far tornare il silenzio. Il suo sguardo era duro, incuteva paura nei nemici e rispetto negli alleati.
Logan riprese:”Ora andate. Buona fortuna e che i Grigoni vi proteggano, in qualche modo!”
Le porte dell’accampamento si aprirono e Ruth seguito dagli altri sopravvissuti partì per l’ignoto.

La via per Dragonia

I sopravvissuti trovarono un modo per raggiungere la città al di là delle montagne.
Erano riusciti a scoprire che un avamposto, controllato da un orco e alcuni goblin, in apparenza senza utilità nascondeva in realtà un passaggio segreto: una pietra di teletrasporto collegata ad una casa che si trovava sopra la città che una volta era chiamata Dragonia. Fecero questa scoperta perché osservando l’avamposto giorno e notte, notarono che da esso continuavano ad uscire innumerevoli goblin, ma nessuno di essi rientrava mai all’interno dell’edificio. Così capirono che ci doveva essere una sorta di passaggio, forse un tunnel sotterraneo.
Il giorno seguente, all’alba, assaltarono la piccola torre. Tutti insieme riuscirono a sopraffare il temibile Orco guardiano e gli sottrassero la chiave per accedere alla torre. Una volta dentro ebbero fortuna: solo alcuni goblin mezzi addormentati erano di guardia. Creature piccole e infide, capaci di una malvagità inappropriata al loro aspetto. Non ci pensarono due volte e grazie alla superiorità numerica e all’effetto sorpresa li uccisero in men che non si dica. Esplorarono l’avamposto e trovarono una grande stanza piena di candele e segni runici disegnati con il sangue sul pavimento.
Al centro della stanza si trovava una pietra, una specie di piattaforma, che pulsava di una strana luce. Era piatta ma grande abbastanza da permettere ad un uomo si salirci. Infatti era stata collocata una scaletta di legno che permetteva di raggiungerla.
Una volta che tutti i sopravvissuti giunsero nella stanza ci furono attimi di esitazione. Tutti si chiedevano che cosa fosse e a cosa servisse quella strana pietra. Ruth Berghroth intervenne con un tono deciso che non ammetteva repliche: “Questa pietra è l’origine di tutte le creature malvagie che abbiamo visto uscire da questa costruzione!”. Si guardò intorno scrutando i volti dei presenti e poi aggiunse: “Io salgo!Dobbiamo scoprire come funziona! Potrebbe essere collegata ad un edificio al di là delle montagne”. Si alzò un brusio dagli altri sopravvissuti. Qualcuno diceva che sarebbe stato troppo pericoloso: sarebbero potuti finire dovunque e non era detto che avrebbe funzionato, magari quella specie di pietra di teletrasporto era a senso unico e salirci avrebbe significato solo morte.
Ruth rispose duramente: “Dobbiamo tentare! Se siete vigliacchi come un Cavaliere senza testa andrò da solo!”. Dette queste parole salì le scale e si piazzò sulla pietra. Per un istante non successe niente e alcuni tirarono un sospiro di sollievo. Al contrario Ruth sembrava deluso. Ad un tratto però la pietra comincio a vibrare e a cambiare tonalità. Una luce rossiccia avvolse Ruth e quando scomparve lui non c’era più.
I presenti si guardarono preoccupati e un po’ stupiti, ma non ebbero il tempo di formulare ipotesi perché all’improvviso la pietra riprese a vibrare e una luce gialla scaturì dalla base verso l’alto. Quando scomparve Ruth si trovava sopra la pietra e disse:”Seguitemi!”.
Un po’ alla volta tutti salirono sulla pietra. Quando la luce li avvolse si sentirono come scomposti in pezzettini minuscoli e accartocciati per poi essere trascinati in un cono di luce. Si ritrovarono dall’altra parte, dove tornarono normali, anche se un po’ intontiti. Dopo essersi ripresi si ritrovarono in una stanza di un edificio sconosciuto. Uscirono dalla porta e capirono di essere in una casa molto grande che sembrava in disuso visto le ragnatele che praticamente erano ovunque.
Scesero una rampa di scale e stavano per uscire dalla casa quando vennero sorpresi da una risata agghiacciante.
Voltandosi si ritrovarono a fissare una vecchia strega sporca che cominciò a pronunciare incantesimi terrificanti. Ruth prese subito il controllo della situazione e ordinò: “All’attacco! Non fatele pronunciare nessun incantesimo o sarà tardi!”. Ma era già tardi. Si sentirono dei suoni simili a dei “Pop” e una decina di sopravvissuti era scomparsa. Al loro posto c’erano animali di vario tipo: rane che cominciarono a gracidare, serpenti che cominciarono a sibilare, ragni e topi. Tutti si spaventarono ma Ruth corse verso la strega e con la sua ascia a doppia lama le inferse un colpo che staccò di netto la testa dal resto del corpo. Immediatamente tutti gli animali ritornarono alla loro vera forma.
Uscirono dalla casa e restarono un po’ stupiti perché era circondata da alberi. Si trovavano in un bosco la cui unica uscita era un sentiero che scompariva fra le piante.
Ruth ordinò ad un elfo di salire su uno degli alberi più alti e di riferire che cosa vedeva.
L’elfo obbedì arrampicandosi e una volta in cima sembrò rincuorato: “La vedo! Vedo la città! Sembrerebbe proprio Dragonia a giudicare dalla descrizione degli esploratori!”. I presenti eruppero in esclamazioni di gioia e tutti si sentirono più sollevati.
Ruth fece tornare un drow all’accampamento per richiedere i rinforzi, poi partì con alcuni esploratori per valutare la situazione della città e stabilire un piano di azione.
Il pomeriggio stesso erano tutti pronti in formazione da battaglia alle porte di Dragonia.
Una città che i non-morti avevano lasciato in decadenza.

Battaglia per Dragonia

La battaglia iniziò.
I sopravvissuti si riversano nelle strade di Dragonia prendendo di sorpresa le poche guardie non-morte. Inizialmente infatti non trovarono molta resistenza: non si aspettavano un attacco. Il piccolo esercito entrò in città e cominciò a ripulirla da quegli esseri immondi: mostri composti per lo più da ammassi di ossa che per qualche motivo oscuro riuscivano a camminare, sghignazzare e combattere. La battaglia sembrava destinata a concludersi in fretta. Infatti, gli scheletri cadevano facilmente sotto i colpi dei sopravvissuti guidati da Ruth.
Dopo un po’ di tempo però i rumori della battaglia allarmarono tutte le forze malefiche stanziate in città. I combattimenti allora divennero più cruenti. Ruth fece riunire i sopravvissuti in gruppi per fare del numero la loro forza: una mossa saggia visto che dal quel momento dovettero affrontare diverse tipologie di non-morti. Incontrarono sul loro cammino zombie, ghoul, spettri, cavalieri scheletrici, fantasmi e adoratori del maligno.
La battaglia si rivelò più complicata del previsto: a quanto pareva i non-morti avevano più truppe stanziate all’interno della città di quello che si potesse prevedere. I problemi cominciarono con i non-morti più agguerriti; quelli incontrati fino a quel momento erano risultati più una perdita di tempo che una vera e propria minaccia.
Infatti quando arrivarono Scheletri Viventi e Scheletri Mostruosi la battaglia sembrava volgere in favore dei non-morti. Ma Ruth, ancora una volta, dimostrò il coraggio e la determinazione che lo contraddistinguevano e chiamò a raccolta tutti gli uomini. Circondarono prima di tutto gli scheletri viventi e attuarono una tattica di attacco e fuga che si rivelò molto efficace visto che quei mostri erano alti e resistenti, ma particolarmente lenti. Si preoccuparono anche di tenersi alla larga dagli scheletri mostruosi: scheletri molto veloci, composti da ossa di vari animali e mostri saldate tra loro come in un’orrida scultura . Per tenerli a bada vennero inviati arcieri ed esploratori con il compito di attirarli e tenerli lontani da Ruth e i suoi uomini, che un po’ alla volta riuscirono a far crollare tutti gli scheletri viventi e a sopraffarli.
Poi passarono agli scheletri mostruosi il cui punto di forza era la velocità. Per questo motivo i maghi evocarono dei campi di paralisi per bloccarli sul posto e permettere agli arcieri di avere la meglio dalla distanza.
Ad un tratto si sentì un lamento terrificante e tutti i sopravvissuti ebbero un momento di panico. In lontananza comparve un Demone Scheletrico: un demone fatto di ossa, alto 3 metri e con occhi infuocati che spaventarono anche i più coraggiosi. Era l’ultimo baluardo dei non-morti a difesa della città.
Ruth Berghroth raccolse le ultime forze rimaste e spronò i suoi uomini: non restava che abbattere il demone per conquistare la città.
Il Demone cominciò a ricorrere a formule magiche incomprensibili. Evocò dei cavalieri scheletrici che cominciarono ad avanzare verso i sopravvissuti.
Ruth fece circondare il demone e i mostri dai suoi uomini e tutti insieme come un unica entità cominciarono a girargli intorno. Alcuni maghi, consapevoli che gli scheletri evocati dal demone erano frutto di magia, gli infersero un grave colpo quando lanciarono incantesimi di “Dispel”.
I cavalieri scheletrici scomparvero e il demone rimase solo.
Quest’ultimo cominciò allora a scagliare magie intorno a sé, ma gli uomini di Ruth attaccavano alle spalle del demone e si ritiravano al suo cospetto. Tutto ciò fece confondere il demone che non sapeva più chi colpire, perciò le magie che lanciava andavano a vuoto.
Ruth decise che era il momento di sferrare l’attacco finale: diede l’ordine e tutti gli arcieri cominciarono a scagliare frecce verso la testa del demone che si dovette riparare e che rimase per qualche istante come accecato. Poi tutti i maghi insieme diressero le loro magie verso le gambe del demone intrappolandolo in una prigione di ghiaccio.
A quel punto tutti i sopravvissuti concentrarono i loro sforzi sul torso del demone. I maghi lanciarono tutti gli incantesimi che si potevano rivelare efficaci, soprattutto quelli di fuoco. Gli arcieri cercarono i punti deboli anche se non era facile. I guerrieri sferrarono l’ultimo attacco: si lanciarono alla carica e, chi con la pesanti spade o asce, chi con mazze o martelli, cominciarono a spaccare le ossa di cui era composto il demone. Si svolse tutto così in fretta che quest’ultimo non poté reagire prima di ritrovarsi frantumato in due pezzi: le gambe bloccate magicamente e la parte superiore del corpo ormai a terra presa di mira dai sopravvissuti. In poco tempo le ossa si trasformarono in polvere, gli occhi fiammeggianti del demone si spensero e l’entità malefica che aveva reso possibile la creazione di questo orrore svanì.
Dragonia era libera e i sopravvissuti avevano un nuovo posto che potevano chiamare casa.

Insediamento a Dragonia

Quella sera a Dragonia i sopravvissuti organizzarono una grande festa. Prima di tutto predisposero dei turni di guardia nei punti strategici della città: non volevano di certo essere sorpresi come avevano fatto loro con i precedenti possessori. Quella notte regnò la pace sulla città che nell’ultimo secolo ne aveva viste di tutti i colori. Ruth mandò un gruppo di guerrieri all’accampamento che avevano usato come base prima della conquista di Dragonia per scortare alla nuova dimora tutti coloro che non avevano preso parte ai combattimenti. Una volta giunti, furono accolti da urla di gioia. Logan Pervell invece era di spalle e si teneva una mano sul petto. Qualcuno accorse preoccupato ma vide che il vecchio era solo emozionato, lacrime di gioia scendevano dal suo volto sapendo di essere riuscito a portare tutta quella gente in un luogo sicuro. Dopo aver preso tutto il necessario abbandonarono l’accampamento e in poco tempo, grazie al passaggio segreto, arrivarono a Dragonia.
Una volta arrivati si unirono ai festeggiamenti all’interno di un antica locanda che per l’occasione era stata messa a lucido. Non era stato uno scherzo con tutti i detriti, sporcizia e ragnatele che avevano trovato. Addirittura c’era un ragno grosso come una mano….c’era.
In realtà non avevano chissà quali rifornimenti per fare baldoria, giusto qualche otre di sidro che avevano portato dall’accampamento. Il cibo, invece, era stato portato dai cacciatori che non erano riusciti a trovarne tanto visto che i non-morti con la loro puzza di cadaveri avevano allontanato la maggior parte degli animali. Ma la gioia era contagiosa e si creò un clima di festa che si fermò solo a notte inoltrata.
Nelle settimane successive si organizzarono per insediarsi a Dragonia.
L’anziano saggio, Logan Pervell, venne eletto come amministratore momentaneo della città: “Solo finché non troviamo qualcuno che mi sostituisca” disse. Ma le sue indicazioni durarono a lungo, tutti gli volevano bene e conoscevano la sua capacità organizzativa. Ruth assunse l’incarico di addetto alla sicurezza cittadina. Logan diresse i lavori per la ristrutturazione di diversi edifici malconci della città, utilizzandoli in seguito per varie attività che potevano fornire materie prime e beni necessari alla fortificazione della città e ai suoi abitanti. La locanda venne sistemata e i più affezionati all’alcool seppero apprezzare i lavori estetici rimanendo a bocca aperta a fissare il soffitto. Aprirono negozi di fabbri, falegnami, alchimisti e un po’ alla volta si poteva usufruire dei servizi dei più svariati venditori. Venne destinato un edificio molto ampio al mercato cittadino dove tutti potevano mettere in vendita i loro prodotti acquistando i servigi di un rivenditore.
Fuori dalle mura un’ampia zona venne destinata al pascolo di mucche e pecore e vennero costruiti anche recinti per gli animali da soma e cavalli.
Nel frattempo guerrieri, maghi e arcieri cominciarono ad allenarsi per diventare più forti, sia fisicamente sia tatticamente. Studiarono le tecniche di combattimento e fecero esercizio: inizialmente con i manichini da combattimento e poi andando a caccia. Il cimitero di Dragonia cominciò ad essere un luogo affollato perché i non-morti sembravano non finire mai, così venne usato per i combattimenti più avanzati. Più tardi venne scoperta una scala sotterranea che portava a delle antiche catacombe. Ecco da dove venivano i non-morti. Per fortuna non erano di tipo pericoloso.
Con il passare del tempo tutti divennero più abili e vennero organizzate delle spedizioni per cercare i Grigoni. Non sapevano esattamente dove fossero tenuti, perché neanche Mata Dixon era riuscita a scoprirlo, così cercarono nelle grotte e nei posti più oscuri che potevano essere appetibili per le forze del male. Prima cominciarono dai posti più vicini alla città poi via via espansero le ricerche. Per mesi i sopralluoghi andarono avanti senza risultati, ma solo disturbando il sonno o le pratiche malefiche di vari demoni.
Nel frattempo a Dragonia la pace non stava proseguendo esattamente secondo i piani. Gli abitanti erano stati capaci di difendersi da vari attacchi da parte delle forze del male: Ettin e Troll, usciti dai boschi ai confini con la città, Ragni Giganti, usciti misteriosamente dalle fogne ed Elementali del Fuoco che avevano cercato di bruciare la città. Alcuni individui però covavano ambizioni non proprio alla luce del sole. Logan Pervell ebbe sentore di questi avvenimenti e decise che era ora di dimettersi.
Indisse una riunione straordinaria per la sera seguente aperta a tutti i cittadini di Dragonia.
Durante la riunione Logan prese la parola, spiego che ormai era vecchio e si dilungò in un discorso che finiva con la proposta di un elezione per nominare un nuovo amministratore di Dragonia, una sorta di Governatore. Anche Ruth era presente alle riunione ma non si fece ingannare dalle parole del vecchio, non tanto per la sua intelligenza, si sa, i felinidi non certo brillano per il loro acume, ma il suo sesto senso gli diceva che ci doveva essere un motivo diverso se Logan Pervell abbandonava la sua carica e si ritirava come eremita. I suoi sospetti si rivelarono esatti qualche tempo dopo.
I cittadini elessero Gherdel Demoria, un Rettiloide che con la sua possanza aveva ispirato più fiducia di altri candidati.
Sembrava che tutto si fosse risolto per il meglio ma il giorno seguente diverse copie della stessa missiva vennero trovate appese alle bacheche e ad alcuni alberi della città.
Il messaggio era il seguente:

Salve o Gente di Dragonia.

Ho saputo che un impostore è stato eletto governatore di Dragonia.
Un impostore siede sul trono che appartiene a me di diritto.
Un diritto che mi è dovuto per il sangue che scorre nelle mie secche vene.
Io erede di SuperAl Il Mago di Fuoco, Ultimo Imperatore e Governante di Dragonia.
Per questo ho deciso che a partire da oggi Io con chi vorrà seguirmi andrò via dalla mia Città, ma non abbiate timore, perché presto tornerò ed allora tutti vi dovrete inginocchiare al mio passaggio, perché quel giorno Io tornerò a sedere sul trono, il Mio trono.
Goditi questi giorni piccolo impostore eletto alla guida di Dragonia, goditeli perché nulla è per Sempre!

SuperAl a Putixha

il RE.

Timbro Reale, su cera rossa.

Logan Pervell aveva letto bene i segni, un nuovo conflitto stava nascendo all’interno della città, quando già i sopravvissuti dovevano impedire alle forze del male di avvicinarsi a Dragonia e continuare le spedizioni per la ricerca dei Grigoni.
In poco tempo si formarono due schieramenti: le cosiddette “Guardie di Dragonia” capeggiate da Gherdel Demoria e il “Regno dell’Ombra” i cui componenti seguirono SuperAl a Putixha in un accampamento segreto lontano dalla città.
Ruth Berghroth scelse di restare a Dragonia mentre Logan Pervell si ritirò in un luogo sperduto che nessuno riuscì mai a scoprire. Da lì decise di osservare l’evolversi degli eventi e di pregare i Grigoni per far andare tutto per il meglio.
Con il passare dei mesi le due fazioni che si erano create diventarono più forti, le “Guardie di Dragonia” per proteggere la loro città, il “Regno dell’Ombra” per conquistarla.

By DavideRei
Revisione by Lisa

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