Terza Parte
Il Ritorno di Logan Pervell
Un giorno Logan Pervell tornò.
Si fece vivo alle porte della città portando con sé notizie sensazionali: sapeva dove era tenuto prigioniero uno dei Grigoni. Vista la straordinarietà della situazione Logan riuscì a farsi ricevere da Gherdel Demoria e a convocare SuperAl a Putixha. Anche se era stato assente per molto tempo, tutti pendevano dalle sue labbra curiosi di sapere il motivo che l’aveva spinto a tornare. Pervell spiegò la situazione a riuscì a far firmare una tregua alle due fazioni avversarie che fu sancita con una stretta di mano fra i due mortali nemici. In questo modo potevano unire le forze per salvare il Grigone prigioniero. Organizzarono una spedizione. Dovevano pianificarla per bene, non potevano rischiare, altrimenti sarebbero stati perduti. Dovevano essere prudenti ma veloci, organizzare tutto alla perfezione e non ci potevano impiegare troppo tempo visto che il Grigone poteva essere spostato. Per due settimane gli esploratori vennero inviati a controllare prima le vicinanze e poi l’ingresso del labirinto di caverne dov’era tenuto il Grigone. Rimasero a osservare l’entrata per giorni senza mai muoversi dalle loro posizioni. Il giorno della partenza giunse. Solo pochi guerrieri vennero lasciati a difendere la città. Tutti gli altri si radunarono, pronti a ricevere ordini. Di solito una spedizione di quel genere era composta da pochi e veloci individui, ma non volevano rischiare di fallire altrimenti avrebbero rivelato la loro posizione e le loro intenzioni alle forze del male che di certo ne avrebbero approfittato per attaccare in massa Dragonia. Ancora una volta Ruth Berghroth grazie alla sua esperienza fu scelto per mettersi a capo di quella armata a fianco di Gherdel Demoria e di SuperAl a Putixha che si squadravano l’un l’altro in cagnesco ma che non avevano dimenticato il patto. Dietro di loro c’era un esercito formato da tutti i migliori combattenti di Dragonia: Kire Slum, Alex Garreth, Valmar Van Drake, Grug Gnoff, Alza Javed, Fayenord Harker, Ivan Hurricane, Magius Dragonrod, Sarah Morten, Lazaroth Tholpherien, Rose Farnell, Xeven Amber, Ethaniel Elder, Sybil Vane, Arwen Vanyar, Vasili Komarov, Conad a Putixha, Mav Bluvadir, Knom Spirit, Pellaio Rangolfh, Shi’nnyl Valm, Tinuviel Luthien, Selina Braer, Angelus Blackheart, Requiem IX, Teo da Pruspian, Jack Morkaster, Katia Magnus, Ethon il Muto, Kristal Curtney, Sank Curtney, Nemesis Shuman, Neleky Ashes Ney, Illuskan Elengad, Hensaw Elengad, Bahamut Zero e molti altri. Si misero in cammino verso la grotta che celava la prigione sotterranea dei Grigoni. Al loro passaggio i mostri più furbi si nascosero o scapparono. Gli altri vennero spazzati via.
Una volta arrivati alla grotta mandarono alcuni esploratori a sincerarsi della situazione, per vedere se la via era libera. Gli esploratori tornarono dopo poco riferendo che la strada era sgombra. Allora l’esercito si accalcò all’entrata lasciando le varie cavalcature legate agli alberi nei pressi della grotta e affidando ad alcuni uomini la loro sorveglianza, tra loro c’era Rose Farnell che con la sua esperienza contribuiva a tenerle calme. Prendendo l’ultima boccata di aria fresca si inoltrarono nelle profondità della terra. Accesero molte delle torce che si erano portati dietro per illuminare il loro cammino. Alcuni maghi non ne ebbero bisogno, conoscevano una magia di visione notturna che erano pronti ad usare per aiutare l’intero gruppo in caso di battaglia. Allo stesso modo elfi e drow, grazie al loro sangue, potevano vedere nelle tenebre. Dentro la grotta l’aria era stagnante e c’era una certa puzza che non si capiva bene cosa fosse, però era sicuro arrivasse da vari spiragli e tunnel che finivano a capofitto nelle profondità. Inizialmente il passaggio era stretto e furono costretti ad avanzare due per volta. Quella strettoia durò così a lungo che ad un tratto a molti mancò il respiro, qualcuno rischiò di andare in panico. Ma la determinazione ebbe la meglio e riuscirono a resistere finché il passaggio non si allargò un po’ alla volta in una grotta più grande. Lì si respirava meglio anche se l’aria aveva quel tanfo ancora più amplificato rispetto a prima. Era alta circa 4 metri e in larghezza potevano passarci una decina di persone per volta. Ancora non avevano incontrato nessuna creatura. Il silenzio era assoluto. Neanche un insetto si muoveva tra le rocce. Sembrava tutto troppo tranquillo per essere un passaggio che conduceva alle prigioni dei Grigoni, nessuna creatura di guardia. Ruth Berghroth che avanzava in testa al gruppo fece segno con la mano di fermarsi. Chiamò alcuni ladri, abili a scovare e disinnescare trappole di vario genere, e lì mandò in avanscoperta. Il Felinide ci aveva visto giusto, dopo pochi metri i ladri si fermarono in un punto e si consultarono. Poi uno di loro tornò indietro a riferire:”C’è una trappola. Se passiamo in quel punto crollerà il pavimento. E’ necessario aggirarla, due persone alla volta al massimo devono passare sul lato sinistro del passaggio, avanzando lentamente e tenendosi attaccati alla parete. Per almeno 6 metri.”. Ruth fece andare avanti due avventurieri alla volta, facendo loro seguire le istruzioni dettate dai ladri. Tutti gli altri aspettarono molti metri più indietro. I primi due erano un esploratore, un elfo, e uno dei ladri, un drow, che aveva scovato la trappola. Il ladro andò per primo, camminando sulle punte dei piedi e strisciando con la schiena e tenendosi con le braccia alla parete. Subito dopo andò l’elfo. Tutti i componenti del gruppo di Ruth trattennero il respiro. Passarono alcuni minuti che sembrarono durare ore. Ma infine il drow ritornò in mezzo alla stanza e con la mano fece segno al gruppo che potevano mandare qualcun altro. La tensione rimase alta e il silenzio fu rotto solo dai respiri e dai passi di quelli che superavano la trappola, finché tutto il gruppo non superò l’ostacolo. Proseguirono e superarono molte altre trappole grazie ai preziosi consigli dei ladri. Purtroppo non furono sempre così fortunati e tre di loro non ce la fecero, rimasero uccisi a causa dei trabocchetti. Il passaggio infine si strinse in larghezza e finì con una curva verso destra nella roccia da cui si poteva scorgere un bagliore rosso. Ruth prese con sé un drow e disse a tutti gli altri di aspettare. Si avviò lungo il passaggio e lentamente si affacciò al di là della curva nelle rocce. Inizialmente sembrava solo una grotta con questo strano bagliore che non riusciva a capire da dove provenisse. Quindi avanzò un altro po’ e la sua visuale divenne migliore. Sembrava una stanza scavata nella roccia. Enorme in altezza. Era completamente vuota ma verso sinistra c’era una parte della “stanza” avvolta da una sottile barriera rossa. Ecco da dove proveniva il bagliore. Dietro la barriera si poteva scorgere una creatura di forma umanoide. Era poco più alta di un elfo, di carnagione marrone chiara e un alone di luce azzurrina la circondava. Era di fronte alla barriera e sembrava immobile. Poteva essere uno dei Grigoni, quella barriera sembrava una specie di prigione, loro non avevano mai visto un Grigone e quindi non sapevano com’era fatto. Ruth e il drow tornarono indietro e comunicarono la loro scoperta agli altri. Ruth, Superal e Gherdel si consultarono e decisero di andare a parlare con la creatura misteriosa. Metà contingente entrò nella stanza mentre l’altra metà rimase indietro. La creatura non si mosse ma poi parlò:”Ave, mortali! Ho aspettato a lungo questo momento”. Ruth prese coraggio e rispose deciso:”Chi sei tu?”. La creatura si volse leggermente verso colui che aveva osato parlare: “Chi sei tu che osi rivolgere la parola ad uno degli ultimi Grigoni ancora in vita, il Grigone delle Terre, protettore degli elfi?”. Gli elfi all’interno della stanza si chinarono in segno di reverenza e così fecero molti altri. SuperAl a Putixha parlò: “Salve, o Sommo Grigone, sono SuperAl a Putixha, ultimo discendente di SuperAl l’imperatore di fuoco. Siamo qui per liberarti, come possiamo fare per mettere fine alla tua prigionia?”. La creatura rispose lentamente: “La barriera che mi costringe qui è sostenuta dal potere di un demone, il mio carceriere, che in questo momento sta tornando qui. Uccidetelo e sarò libero. Se lo fate vi ricompenserò oltre ogni vostra immaginazione”. Parlando il Grigone aveva un aria solenne. “Preparatevi, sta arrivando”. Non fecero tempo ad organizzarsi che da un tunnel buio che prima non avevano notato sbucò un mostro di cui avevano sentito parlare solo nelle leggende terhaniane: un Araldo di Vargo. Un demone più alto di quelli normali e con la pelle di un colore tra il rosso e il marrone, come lucido, cromato. Era capace con le sue magie di incenerire un gruppo di uomini all’istante. Ruth subito urlò verso la metà del contingente rimasto fuori dalla stanza per chiedere aiuto. Ma non fecero in tempo ad arrivare perché l’araldo guardò l’entrata della stanza e dal nulla si generò un muro di pietra che bloccò il passaggio. Ci fu un momento di esitazione tra gli avventurieri dentro la stanza, erano stati intrappolati e non avevano tutti gli uomini a loro disposizione. Ma la determinazione che li aveva spinti fino lì e la presenza del Grigone alle loro spalle gli infuse fiducia. Ricordarono quanto duramente si erano allenati negli ultimi mesi e tutte le nuove tecniche e magie che avevano imparato. Questa volta non ci fu bisogno che Ruth Berghroth desse ordini. Kristal Curtney partì per primo. Fece alcune magie di “Wall of Stone” che crearono dal nulla dei solidi muri di pietra dietro i quali si ripararono dal demone. Appena in tempo, perché quest’ultimo cominciò a lanciare magie che si infransero contro i muri. Alcuni maghi aiutarono Kristal a mantenere le mura di pietra in forze e ne creavano di nuove appena la magia esauriva il suo effetto. SuperAl a Putixha intanto evocò alcuni Serpenti Giganti Lavici, potenti e resistenti creature che su ordine del mago strisciarono verso l’Araldo di Vargo per attaccarlo. In questo modo creò un diversivo. Allora alcuni arcieri uscirono dal riparo delle mura e cominciarono a scagliare frecce con i loro archi da guerra. I guerrieri nel frattempo scalpitavano per partire all’attacco ma Ruth li teneva in attesa, sapeva che era troppo pericoloso affrontare il demone senza prima indebolirlo. Ad un tratto Sank Curtney, un voodoista, uscì dalla protezione offerta dalle mura di pietra e si avvicinò al demone. Grazie ai serpenti giganti e agli arcieri si accorse di lui solo quando aveva già lanciato la sua magia: Avvelenamento Istantaneo. Una magia molto potente e Sank era rinomato come avvelenatore. Il Demone cominciò subito a subirne le conseguenze, il suo colorito cambiò, sembrava malato e le forze cominciarono ad abbandonarlo. Nel frattempo altri maghi avevano mandato creature evocate di diversi tipi all’attacco: i necromanti inviarono alcuni non-morti, i chierici Guardiani dei Grigoni. Stavano vincendo, l’araldo era molto debole e attaccato su molti fronti. Ruth diede l’ordine e tutti i guerrieri, che furono seguiti poi da necromanti e chierici con i loro martelli e le loro mazze, si riversarono sul demone come un fiume in piena e cominciarono a colpirlo ovunque arrivassero le loro armi. Il demone ne scagliò via qualcuno ma ormai era allo stremo e attaccato su tutti i fronti venne sopraffatto. Grida di gioia si levarono nella stanza e il silenzio, che era stato interrotto solo dalla battaglia, si trasformò in una festa. Ruth cercò di calmare i presenti, era presto per cantare vittoria. Nello stesso istante in cui l’Araldo di Vargo morì, la barriera rossa che teneva intrappolato il Grigone delle Terre si dissolse e anche il muro di pietra che bloccava l’ingresso. “Eccellente, mortali! Seguitemi, vi condurrò dagli altri Grigoni” disse la creatura. Increduli i presenti si guardarono, non credevano di poter trovare subito anche tutti gli altri. Ruth chiese spiegazioni: “Come mai, o Sommo, lei era da solo e gli altri tutti insieme?”. “Hanno scoperto che insieme riuscivamo a resistere meglio all’incantesimo che tiene prigionieri gli altri Grigoni e che li indebolisce giorno dopo giorno. Allora ci hanno divisi” rispose il Sommo. Seguirono la creatura nel tunnel da cui era entrato il demone malvagio. Dopo un ora di cammino giunsero in una stanza enorme: molto più grande di quella precedente poteva contenere tranquillamente una città. “Siamo arrivati” disse la creatura. Da un lato della grotta si vedeva una luce azzurra. Si avvicinarono e notarono una barriera simile a quella che circondava il Grigone salvato. Però era diversa, non aveva una tonalità rossa, era un misto di colori: azzurro, nero e viola. Dietro la barriera c’erano sei figure. Avvicinandosi notarono che erano diverse dal Grigone salvato, sembravano normali individui. C’erano un umano, un elfo, un drow, un dherrota, un felinide e un rettiloide. Uno di loro, l’elfo, prese la parola e disse: “Folli! Non dovevate venire qui con lui!”. Ruth gli rispose:”E tu chi saresti?”. La risposta echeggiò nella grotta: “Io sono il Grigone delle Terre”.
Battaglia al centro della terra
Ruth Berghroth e il resto dei componenti della spedizione inizialmente non capirono che cosa stava succedendo ma poi sentirono una risata agghiacciante e un rumore terribile di ossa che si spezzano. Voltandosi videro quello che avevano creduto essere il Grigone delle Terre trasformarsi. La creatura poco più alta di un normale elfo stava crescendo in dimensioni sia in altezza che in larghezza. Dopo poco tempo, sotto gli occhi allibiti dei presenti, della creatura di forma elfica rimase solo uno strato di pelle e sangue per terra. Al suo posto c’era un demone, di colore violaceo e grigio metallizzato, ancora più grosso e alto di un Araldo di Vargo…perché era Vargo in persona: il Grigone del Sangue. Non fecero in tempo a gridare di terrore che si sentirono urla e grugniti di vario genere arrivare dal fondo della grotta. In poco tempo arrivano decine di demoni: altri Araldi di Vargo, Demoni Blu senza ali, ma muscolosissimi e con quattro braccia, demoni di vari generi e colori e infine i peggiori: Cavalieri Demoniaci di Vargo. Questi ultimi erano molto simili a Vargo: stesso colore della pelle, se così si poteva definire, solo un po’ più piccoli. Questi demoni non davano molto importanza alle magie, ma come tutti i Cavalieri Demoniaci prediligevano gli attacchi corpo a corpo grazie alla loro immensa potenza, purtroppo rispetto a quelli normali erano ancora più malvagi. Ruth e gli altri rimasero esterrefatti e non fecero in tempo a muovere un muscolo. Vargo parlò dopo aver emesso una risata spaventosa:”Benvenuti in trappola! Sciocchi mortali! Ora capite chi ha fatto arrivare ai vostri esploratori la notizia che i Grigoni erano rinchiusi qua? Hahaha”. E poi aggiunse un grugnito rivolto al suo esercito di mostri. Poi si spostò in lontananza per godersi la battaglia. Evidentemente il suo verso era un ordine di attacco perché immediatamente i demoni si buttarono sul contingente di sopravvissuti che erano così follemente andati in quel posto e si erano fidati della prima creatura che avevano incontrato. Alcuni demoni cominciarono a lanciare magie di attacco di vario tipo, altri volarono fino ai guerrieri e iniziarono a colpirli con ferocia. Tutti i mostri avevano un unico scopo: uccidere. Ruth e gli altri erano paralizzati dalla paura e non riuscirono a reagire. Un Cavaliere Demoniaco si diresse su di lui e alzò la spada maledetta per colpirlo a morte. Ruth chiuse gli occhi. Sentì sferzare l’aria da un grosso oggetto. Poi non sentì nessun tipo di dolore. Probabilmente era già morto, per questo non sentiva dolore. Ma poi sentì di nuovo l’aria sferzargli il viso, ma nessun arma lo colpì. Allora aprì gli occhi. Il demone stava colpendo un altra volta. O almeno ci provava. Il colpo andò a vuoto. Ruth subito si guardò intorno. Tutti i suoi compagni erano vivi, venivano tutti mancati dai colpi dei demoni e le loro magie non avevano effetto su di loro. Inizialmente non capì cosa stava succedendo ma poi guardò verso la prigione magica dei Grigoni. Erano tutti in cerchio ma ognuno in una posizione diversa e sembravano parlare sottovoce. Questo lo dedusse dal movimento delle labbra perché con il frastuono che c’era non poteva certo sentire. Sembrava una specie di rito. Non capiva come ma era certo che fosse merito loro se erano protetti dagli attacchi e dalle magie. In realtà i Grigoni stavano convogliando le ultime energie che gli erano rimaste nel tentativo, riuscito, di aiutare i loro salvatori. Erano riusciti tutti insieme ad aprire uno spiraglio minuscolo nella barriera che li teneva prigionieri. Da quel piccolo passaggio avevano garantito la loro protezione ai sopravvissuti. Ruth capì che doveva prendere in mano la situazione subito, non sapeva quanto quella protezione sarebbe durata. E quando Vargo si sarebbe posto delle domande c’era il rischio che intervenisse ponendo fine alle loro speranze. Allora si avvicinò più velocemente che poté ai Grigoni per chieder loro indicazioni. Il Grigone del Fuoco, protettore dei felinidi, lo aspettava e senza girare la testa e senza muovere un muscolo per continuare a incanalare le sue energie nell’incantesimo di protezione parlò:”Dovete sbrigarvi!Non resisteremo a lungo…Sfruttate la protezione che vi offriamo!Dovete liberarci da questa barriera e poi dobbiamo fuggire, non siamo abbastanza forti per affrontare Vargo”. Ruth rispose subito:”Come o Sommo?”. “Uccidete un Cavaliere Demoniaco di Vargo! Dopodiché raccogliete in un ampolla il suo sangue e lanciatelo contro la barriera. Tutto ciò porrà fine al loro controllo sull’incantesimo, che si dissolverà!”. “Un ultima cosa! Più vi fate colpire da attacchi fisici e da magie più ci indeboliamo, quindi fate in fretta!”. Ruth Berghroth non se lo fece ripetere due volte. Chiamò alcuni dei suoi uomini e si lanciò all’attacco contro il Cavaliere Demoniaco di Vargo che prima l’aveva attaccato. Rudh fece un ruggito maestoso che rincuorò in qualche modo i suoi compagni e poi colpì con la ascia da battaglia in roccia di sangue la gamba destra del demone. Il sangue della roccia a contatto con il sangue del demone liberò una tossina che in pochi secondi lo paralizzò. Questo diede tempo agli altri guerrieri di attaccare. Gherdel Demoria si mise davanti al Cavaliere Demoniaco di Vargo e lo caricò con il suo enorme Scudo Largo in Verite. Un drow lanciò i suoi coltelli mirando alla testa del demone. Purtroppo però i loro attacchi combinati non furono così micidiali, il Cavaliere Demoniaco era molto resistente grazie alla sua pelle spessa. Infatti cominciò a sbattere le ali creando raffiche di vento che spostarono indietro Ruth e i suoi. “Non fatevi colpire!” gridò quest’ultimo. Intanto arrivarono in loro aiuto maghi e arcieri. Alcuni di loro cominciarono a lavorare in coppia: l’arciere incoccava una freccia e prima di scoccare aspettava che il mago gliela incantasse con la forza di uno degli elementi. Alcuni elfi usarono degli archi più piccoli rispetto a quelli normali ma molto più veloci: i cosiddetti archi elfici. Mirarono alle ali e al collo del demone. Intanto Vargo si era accorto che qualcosa non andava. Inizialmente non ci aveva fatto caso, così sicuro che la forza dei suoi schiavi non poteva in nessun modo essere contrastata da quegli essere inutili. Poi però aveva notato che ancora non era morto nessuno: cosa strana da quelle parti. Decise di continuare ad osservare la battaglia. C’era così tanta confusione che non riusciva a capire bene quello che stava succedendo. Per combattere, combattevano, senza dubbio, la cosa strana era che non avevano ancora versato una goccia di sangue. Scrutò il campo di battaglia dubbioso, ma poi fece una risata e si disse che non doveva certo preoccuparsi di quei minuscoli avversari. Un pensiero che probabilmente salvò i membri della spedizione. Anche se i combattimenti erano sparsi per una buona parte della grotta, i più di loro combattevano contro un unico bersaglio, e Vargo non se ne era accorto. Intanto SuperAl a Putixha e altri maghi si erano uniti alla battaglia contro il Cavaliere Demoniaco di Vargo. Qualche voodoista aveva tentato di lanciare una magia di Avvelenamento Istantaneo ma con grande stupore e delusione di tutti i presenti non aveva funzionato. Semplicemente il demone si era fatto una grassa risa…grugnito, un grosso grugnito e il veleno sembrò sparito nel nulla. Probabilmente Vargo aveva lanciato qualche incantesimo di immunità al veleno ai suoi demoni dopo aver visto la fine dell’Araldo di Vargo nella prima grotta. Allora i maghi tentarono di tutto. Ivan Hurricane, un necromante, attaccò con il suo martello da guerra in shadow e subito dopo aver colpito il demone su un fianco, lanciò un incantesimo di Globo Nero, una sfera di energia necromantica che concentrandosi in un punto mandava in decomposizione la zona colpita provocando gravi danni interni. Axel Garreth, un chierico, usò uno degli incantesimi più potenti a sua disposizione, invocò l’aiuto dei Grigoni per benedire una mazza di ferro che non sembrava in buone condizioni. Una luce bianca avvolse l’oggetto e quando scomparve la mazza era diventa magnifica, bianca, sembrava candida come la neve ed emanava un energia pura che faceva storcere il naso ai demoni da lontano. Si trattava dell’Ira dei Grigoni. Axel si lanciò all’attacco e dopo aver colpito il Cavaliere Demoniaco di Vargo ad un ginocchio facendolo crollare, lanciò la mazza al centro del suo petto. Il colpo fu di grande potenza e per un attimo il demone sembrò sul punto di cadere. Ma poi con grande delusione dei sopravvissuti si riprese, e si rimise in piedi. Ad un tratto un mago arcano cominciò a gridare. Alcuni si voltarono a vedere che stava succedendo. Era come se qualche entità sconosciuta cercasse dall’interno del suo corpo di uscire. Poco a poco Blaze si trasformò e, sotto gli occhi sgomenti di chi non l’aveva ancora visto in azione, diventò un Drago. Subito si avvicinò al Cavaliere Demoniaco di Vargo da dietro e gli diede un morso sul collo con le sue terribili zanne. Il colpo fu micidiale, il demone però riuscì a liberarsi dalla presa e cominciò a combattere con il Drago. Quest’ultimo volò indietro di qualche metro e dalle sue fauci liberò una fiammata di fuoco che ustionò il petto del Cavaliere Demoniaco. Questa volta aveva subito gravi danni. SuperAl a Putixha decise che era arrivato il momento di tentare il tutto per tutto. Mentre il demone era distratto dal combattimento con il drago, gli si avvicinò lentamente. Una volta alle sue spalle evocò l’incantesimo più potente della scuola di magia voodoista: Antima. Era una magia di sacrificio. Il mago evocava una potentissima energia sacrificando parte della sua stessa vita. Infatti, Antima aveva la peculiarità di dimezzare l’energia vitale del bersaglio, ma allo stesso modo quella dell’evocatore. SuperAl lanciò la magia e subito dopo si sentì mancare, stava per svenire. Per fortuna un chierico vicino lo prese prima che cadesse e lo allontanò per curarlo con le sue magie. L’azzardo di SuperAl non era stato vano, anzi, tutt’altro. Il Cavaliere Demoniaco di Vargo era rimasto senza forze dopo tutti gli attacchi subiti e in particolare quest’ultimo. Crollò sulle ginocchia. Tutti i sopravvissuti nelle vicinanze, che erano vivi solo grazie all’incantesimo dei Grigoni, lanciarono grida di trionfo e tutti insieme colpirono in diversi punti e con diverse magie il demone. Il mostro poco a poco finì steso a terra, morto. Dopo questa vittoria il morale dei sopravvissuti ebbe una notevole impennata. Ruth Berghroth però sapeva che dovevano fare presto, negli ultimi minuti la potenza dell’incantesimo di protezione dei Grigoni si era notevolmente ridotta, lui stesso aveva riportato alcuni piccoli tagli su un fianco. Riempì un paio di ampolle con il sangue del Cavaliere Demoniaco di Vargo, i Grigoni avevano detto una, ma non si sa mai, negli ultimi tempi non sempre avevano fatto bene a fidarsi di qualcuno che non conoscevano. In quel momento un urlo terrificante fece tremare la grotta intera, letteralmente. Vargo aveva avvertito che uno dei suoi Cavalieri Demoniaci era stato ucciso. Loro invece erano ancora tutti vivi. Impossibile, aveva pensato, non sapranno mica come liberare i Grigoni?. Per sicurezza diede un ordine mentale a tutti i suoi schiavi:”Avanti schiacciate quelle nullità! Non perdete tempo! Non fateli avvicinare alla prigione dei Grigoni!”. Poi urlò di nuovo, facendo tremare la grotta, qualche pezzo di roccia si staccò dal soffitto e cadde infrangendosi al suolo. In quel momento l’incantesimo di protezione dei Grigoni cessò di esistere. Avevano esaurito tutte le forze per mantenerlo e lo spiraglio nella barriera che li teneva intrappolati si era richiuso. Per fortuna Ruth aveva previsto quella tragedia. Aveva già ordinato a tutti i suoi uomini di raggrupparsi al tunnel di ingresso della grotta, anche se quest’ultimo era stato bloccato da innumerevoli muri di pietra generati dalle magie di alcuni Araldi di Vargo. Grazie all’interruzione della battaglia a causa di Vargo, tutti i membri della spedizione ne avevano approfittato per radunarsi. Nel frattempo Ruth era corso verso la prigione dei Grigoni. Prima che i demoni potessero avvicinarsi aprì l’ampolla e lanciò il sangue di demone sulla barriera magica. La barriera si dissolse nel nulla. I Grigoni erano liberi.
La Fuga
I Grigoni erano stati liberati.
Intanto all’ingresso della grotta alcuni maghi cercavano di aprire un po’ alla volta un passaggio nei muri di pietra con l’incantesimo di “Dispel Field”, che consentiva di annullare parte della magia che aveva creato il muro di pietra facendone scomparire una parte. Ad un tratto però si fermarono. Le mura erano completamente scomparse. Forse avevano padroneggiato così bene l’incantesimo che aveva avuto un effetto di massa. Ma poi notarono che c’era qualcuno di troppo fra loro. I Grigoni erano molto deboli ma per loro quelle cose equivalevano a schioccare le dita: si erano teletrasportati e con un semplice tocco avevano fatto sparire le mura di pietra. I presenti li guardarono intimoriti e fecero per inginocchiarsi in segno di rispetto, ma i Grigoni li fermarono: “Non c’è tempo per questo”, disse il Grigone dell’Arcano :”Dobbiamo fuggire immediatamente! Non siamo in grado di affrontare questa battaglia, e soprattutto di affrontare Vargo che è all’apice delle sue forze e con il pieno controllo su suoi poteri. Oltre a quelli di cui Ade gli avrà fatto dono”. Erano tutti lì pronti ad andarsene, mancava solo Ruth Berghroth che era andato a liberare i Grigoni. Tutti i sopravvissuti cominciarono ad incitarlo. Ruth cominciò a correre più forte che poteva, si liberò perfino di una parte della sua armatura barbarica per essere più leggero. Dietro di lui tutti i demoni di Vargo lo stavano inseguendo, alcuni lanciando incantesimi che lo mancavano di poco. I suoi compagni continuarono a incoraggiarlo con le loro voci. Poi, quando mancavano poche decine di metri non riuscì più a muoversi. Lottava con tutte le sue forze, ma non c’era niente da fare. Guardando i suoi compagni vide che i loro volti erano simili a maschere, comprate in un negozio dell’orrore. Poi vide un ombra e sentì qualcosa afferrarlo con forza. Vargo era entrato in azione. L’aveva fermato con una delle sue magie e ora lo aveva sollevato da terra: lo aveva in pugno, letteralmente. Gli altri demoni sopraggiunsero e si fermarono alcuni metri dietro al loro padrone. Vargo parlò:”E ora vediamo quanto è nobile il vostro animo. Scapperete lasciando qui la vostra guida? Colui che vi ha condotto in questa spedizione e senza il quale sareste tutti morti? Oppure rimarrete qui a morire con lui?” poi scoppiò in una risata senza vita. I sopravvissuti pensarono a tutto quello che avevano passato insieme e a tutto quello che Ruth aveva fatto per loro, anche in passato. Si alzò un coro unanime:”Non possiamo abbandonarlo!”. “Resisti Ruth, stiamo arrivando!” aveva aggiunto qualcun altro. Vargo stava già pregustando il massacro. Come sono facili questi mortali da manipolare, basta fare leva su questi cosiddetti sentimenti, Hahaha. Un elfo chiese aiuto ai Grigoni:”Aiutatelo!”. I Grigoni si guardarono tra di loro con aria triste, anche per loro i sentimenti non erano degli sconosciuti. Poi il Grigone del Deserto, protettore dei Felinidi, parlò: “Mi dispiace, ma non possiamo fare niente, non contro Vargo. Dobbiamo fuggire, non cadete in trappola, è quello che vuole. Purtroppo dovete abbandonarlo”. Qualcuno gridò dal gruppo:”Non lo lasceremo solo!”. Poi sentirono una voce. Una voce stanca e debole. Tutti si azzittirono per sentire quello che Ruth Berghroth, il felinide, aveva da dire. Con le lacrime agli occhi parlò: “Pazzi! Non pensate…a me. Andate! Dovete tornare a…a Dragonia. Ci siamo allenati duramente solo per salvare i Grigoni e ora…ora che l’abbiamo fatto, non potete rimanere qui…a morire. Dovete…sopravviv…”. La voce fu interrotta da un urlo di dolore. Vargo aveva stretto la presa. Con il cuore piangente gli avventurieri decisero di seguire il consiglio di quello che era e sarebbe sempre stato il loro leader in battaglia. Molti gridarono addio con le lacrime che gli scendevano lungo il volto, girandosi per non vedere la sua sofferenza. Ma un dherrota e un rettiloide fecero un passo avanti:”Voi andate!” disse il primo:”Gli farò conoscere la potenza della scuola di magia voodoista”.”Per una volta in tanti mesi concordo con te e sarò al tuo fianco, per combattere!” disse il secondo. “Andate!!” urlarono rivolti verso i loro compagni. I Grigoni insieme ai sopravvissuti si voltarono e a malincuore uscirono dalla grotta e cominciarono a correre verso l’uscita. SuperAl a Putixha salutò il fratello, che stava uscendo dal tunnel, per l’ultima volta. Insieme a Gherdel Demoria rimase lì ad affrontare la morte. Erano stati nemici per molto tempo, ma ora erano uniti nell’atto finale della loro esistenza. Di Ruth Berghroth, Superal a Putixha e Gherdel Demoria non si seppe più niente. Vennero ricordati da tutti come degli eroi. Grazie a loro, gli altri sopravvissuti e i Grigoni riuscirono a fuggire dall’inferno sotterraneo senza essere inseguiti, e giunsero a Dragonia, dove riferirono del loro viaggio e cominciarono a preparare le difese, perché sicuramente Vargo ora avrebbe attaccato. Logan Pervell, che alla notizia della morte di Ruth e degli altri rimase scosso e triste, ancora una volta organizzò le difese dando ascolto al volere dei Grigoni e affidando il comando delle operazioni ai fratelli Curtney, due individui con indubbie capacità belliche. Si fortificarono a Dragonia e con l’aiuto dei Grigoni, che stavano recuperando un po’ alla volta le forze, organizzarono un piano di fuga. Infatti, tutti i mostri di quelle terre, sotto gli ordini di Vargo, si sarebbero diretti lì per assaltare Dragonia. Forse addirittura anche Ade avrebbe mandato molti dei suoi scagnozzi più terribili. Gli abitanti di Dragonia non sarebbero mai stati in grado di sconfiggerli, ma al limite solo di respingerli per un breve periodo. Riuscirono a resistere anche più del previsto, grazie alla protezione che i Grigoni davano alla città, anche per fare in modo che nessuna creatura malvagia potesse arrivare via mare o volando. Dragonia rimase sotto assedio per mesi. In quel periodo i dragoniani costruirono una flotta di navi per fuggire il più lontano possibile, anche se non sapevano dove. In realtà non tutti i Grigoni erano stati catturati, ma solo sei dei nove principali. Quelli salvati pensavano che in qualche modo gli altri tre erano riusciti a rifugiarsi altrove, non certo in quelle terre abitate dal male. Quando tutte le imbarcazioni furono pronte si prepararono per salpare dal porto di Dragonia. Imbarcarono il necessario per il viaggio: cibo e acqua soprattutto, ma anche ciò che potevano portare via dalla città. Una volta partiti tutto sarebbe rimasto in balia delle forze di Vargo e la città, ristrutturata con amore dai suoi abitanti, sarebbe stata rasa al suolo. I Grigoni si divisero, uno in ogni nave, per vigilare sul viaggio. Una volta imbarcati tutti i passeggeri, Logan Pervell diede l’ordine di abbandonare la città e allora i fratelli Curtney fecero scendere tutte le guardie e i guerrieri dalle mura e dai posti di guardia, e insieme si diressero in fretta e furia al porto. Salirono tutti sulle navi e mollarono gli ormeggi: il viaggio era cominciato. Poco dopo si sentì un boato. Vargo e i suoi mostri erano entrati in città e stavano seminando distruzione. Per fortuna i dragoniani erano già tutti sulle navi in viaggio, a centinaia di metri dal porto. In lontananza videro Vargo su un pontile del porto. Le sue grida di rabbia echeggiarono sul mare. Prometteva vendetta. Ma, almeno per ora, era lontano.
Il Nuovo Mondo
Erano ormai in mare da settimane. Le vedette non scorgevano altro che acqua all’orizzonte.
I viveri che avevano portato a bordo si stavano ormai esaurendo. Quando la gente capì che non c’era più ne cibo ne acqua cominciò a serpeggiare un certo malumore, ormai pensavano di essere spacciati. Negli ultimi giorni erano andati avanti pescando quello che potevano e qualche mago aveva usato magie di “Create Food” per creare cibo dal nulla, ma non era buono come quello vero, non dava molte energie. Il vero problema era l’acqua potabile, senza quella erano spacciati, per non parlare del fatto che si sarebbero ammalati senza frutta e altro cibo. Qualcuno addirittura cercò di fomentare una rivolta contro Logan Pervell, che, secondo loro, li aveva fatti fuggire da una città che avrebbe potuto resistere per chissà quanto altro tempo, per andare a morire in mare. Poi intervennero i Grigoni. Durante il viaggio erano sempre stati a prua della imbarcazione in cui si trovavano, immobili e silenziosi, come concentrati su qualcosa che le altre persone sulle barche non potevano vedere. I più pensavano che con i loro poteri stessero proteggendo tutta la flotta durante il viaggio e perché no, la stessero indirizzando verso la loro destinazione. D’altronde a parte la mancanza di cibo la navigazione era sempre stata tranquilla, il mare non era mai stato agitato e ovviamente loro dovevano c’entrare in qualche maniera. Non parlarono con nessuno per tutto il viaggio. E nessuno osava rivolger loro la parola. Quando anche l’ultima goccia d’acqua nell’ultimo otre non ancora completamente asciutto toccò la lingua dell’ultimo marinaio assetato che era riuscito a bere, i Grigoni cambiarono posizione. All’unisono si girarono verso la poppa della nave e fecero alcuni movimenti con le mani. Tutte le persone a bordo che si erano accorte di quell’evento inusuale li fissarono a bocca aperta. I Grigoni poi si girarono e si rimisero nella loro consueta posizione. Inizialmente Logan e gli altri non capirono cosa stesse succedendo. Ma poi qualcuno gridò di gioia e tutti spostarono gli occhi dai Grigoni. In una delle barche un marinaio saltellava come un pazzo e indicava qualcosa. Poi in tutte le barche successe la stessa cosa: le bocche dei presenti si allargarono in ampi sorrisi quando videro che gli otri fino a un attimo fa vuoti erano colmi di acqua fino all’orlo. In più li vicino era spuntato dal nulla del cibo, una montagna di cibo di vari tipi: frutta, verdura, carne, pane e anche alcune bottiglie di vino. Le urla di gioia arrivarono fino all’orizzonte. E tutti si inchinarono ai Grigoni e li ringraziarono per ore. Sui volti dei Sommi per un momento si poté scorgere un sorriso, poi tornarono quelli di sempre. Quella sera si fece una piccola festa, ma non fecero l’errore di sprecare più cibo o più acqua del necessario, forse solo un po’ di vino. Grazie al cibo e all’acqua il viaggio proseguì meglio. Tutti erano più speranzosi e riponevano la loro fiducia nei Grigoni che non li avevano mai delusi. Senza di loro non sarebbero riusciti a sopravvivere in questo viaggio, come non sarebbero riusciti a resistere a Dragonia per tutti quei mesi. I Grigoni si stavano guadagnando l’adorazione dei loro salvatori, una volta erano temuti e rispettati ma non erano mai stati amati come in quei mesi. Si confermarono ancora quando una vedetta gridò:”Terra! A prua! Terra!!”. I Sommi li avevano guidati verso la salvezza.
L’Approdo
La felicità era palpabile quando sbarcarono. In molti baciarono il terreno e alcuni piansero con il cuore ricolmo della speranza di poter abitare in un luogo senza la minaccia delle forze del male di Ade e di Vargo. Chiamarono quelle terre “La nuova Te’Rha”. Logan Pervell diede qualche ora a tutti per rilassarsi ma poi organizzò diversi gruppi di uomini. Al primo venne affidato il compito di erigere un accampamento vicino alla spiaggia, un altro venne mandato ad esplorare i dintorni: era sì una nuova terra ma non si sapeva chi potesse già abitarla. La prudenza è la difesa migliore in questi casi. Infine l’ultimo gruppo fu mandato a cercare una fonte d’acqua. I Grigoni intanto, scesi dalle navi, si erano raggruppati in un punto isolato lontano dalla spiaggia e sembravano discutere tra loro. Logan Pervell li osservava da lontano, si chiedeva cosa sarebbe successo ora che erano arrivati a destinazione. Ad un tratto comparvero dal nulla, vicino ai Grigoni, tre figure che poi si avvicinarono. Come gli altri Sommi assomigliavano ad individui normali, ma sembravano appartenere a tre razze che Logan non conosceva. Cercò di avvicinarsi per vedere un po’ meglio. Uno dei tre aveva le pelle di una tonalità azzurrina, un altro violacea e l’ultimo marroncina un po’ tendente al giallo. Tutti e tre aveva tratti molto strani e diversi tra loro. Ad un tratto a Logan venne in mente che potevano essere i protettori di tre razze che una volta abitavano il mondo di Te’Rha. Effettivamente le descrizioni che facevano i menestrelli nelle loro storie corrispondevano a ciò che Logan vedeva. Dovevano essere le tre razze dimenticate: Nathzur, Tethziar e Zithar. Di sicuro erano Grigoni anch’essi, e visto che ogni Grigone era il protettore di una razza diversa, la sua intuizione era plausibile. Il corso dei suoi pensieri si interruppe quando tutti i Sommi si voltarono verso la spiaggia dove si erano accampati i sopravvissuti e si incamminarono in quella direzione. Poco a poco tutti gli uomini sulla spiaggia e sulle navi si accorsero di quello che stava succedendo e seguirono il percorso dei Grigoni con tutti e cinque i sensi allerta. Arrivati proprio di fronte a Logan Pervell e agli altri sopravvissuti, i Grigoni si fermarono. Il Grigone dell’Arcano parlò: “Mortali! Ascoltate quello che abbiamo da dire!”. Tutti rizzarono le orecchie, molti si prostrarono, l’eccitazione nell’aria era palpabile.”Dopo un lungo viaggio siamo giunti a destinazione! Come voi ci avete salvati allo stesso modo noi vi abbiamo guidati fino ad una terra libera dal male! In questa terra ci siamo riuniti con altri tre Grigoni. Il Grigone dell’Aria, protettore dei Nathzur, il Grigone delle Ombre, protettore dei Tethziar e il Grigone del Deserto, protettore degli Zithar. Essi, giunti in queste terre senza attraversare il mare, hanno portato con loro dei rappresentanti delle razze che proteggono. Si sono stabiliti in un villaggio a est, a due giorni di cammino. Le nostre strade qui si dividono, come i nostri destini. Ma non temete! Non resterete soli! Noi veglieremo sempre dall’alto su di voi! Non dimenticheremo i sacrifici, il coraggio e la determinazione che vi hanno spinto a salvarci dalla prigionia! Vivete sempre seguendo questi principi e onorando i Grigoni e vivrete una vita meravigliosa!”. Il Grigone si fermò per dare tempo ai presenti di assimilare le notizie, esultare o piangere, a seconda delle personalità diverse. Poi riprese:”In queste terre il male non è ancora giunto. Ma questo non vuol dire che non giungerà mai! Abbiamo già perso uno dei due grandi continenti che caratterizzano Te’Rha, caduto nella mani di Ade e dei suoi seguaci che prima o poi troveranno il modo di arrivare anche qua. Noi faremo di tutto per impedirlo, ma al momento giusto toccherà a voi respingerli, toccherà a voi liberare Te’Rha!”. Dette quelle parole tutti i Grigoni sparirono senza lasciare a nessuno il tempo di dire una parola.
Il Futuro
Logan Pervell prese il comando per l’ultima volta. Le fazioni che un tempo si erano delineate a Dragonia non avevano più motivo di esistere: i loro capi erano dispersi e Dragonia era persa a causa delle forze del male. Erano di nuovo un unico gruppo. Raggiunsero il villaggio dove si erano stabilite le razze che una volta si credevano scomparse, dopodiché Logan si ritirò per vivere gli ultimi anni della sua lunga vita in tranquillità.
Poi il tempo passò.
L’assenza di una guida si avvertì. Per questo motivo vennero organizzati vari concili nel tentativo di nominare qualcuno che potesse dirigere il nuovo mondo verso un futuro radioso. Dopo varie peripezie vennero proposti, dalle due famiglie più numerose e influenti in quel periodo, due candidati. Nessun altro osò candidarsi per non inimicarsi le due famiglie: i Baelfire e i Pan. Per lo stesso motivo non si riuscì ad eleggere nessuno dei due candidati. Venne decretato allora, che la decisione sarebbe stata presa in un duello al primo sangue che certamente i Grigoni dall’alto avrebbero seguito e approvato, testimoni del fatto che il vincitore sarebbe stato il legittimo Re. Finalmente sembrava che le due famiglie concordassero su qualcosa e il luogo in cui si sarebbe risolta la disputa venne stabilito in men che non si dica. Una gran folla si radunò per assistere al duello regale. I due candidati: Mhyr Baelfire e Ranuncolo Pan, si fronteggiarono sul campo di battaglia, ognuno equipaggiato con le migliori armature e armi rese disponibili dai fabbri più ricercati del tempo. Sarebbe dovuto essere un duello breve: il primo a sanguinare sarebbe stato considerato il perdente. Ma tra le supposizioni e i fatti ci sono di mezzo abilità, coraggio e determinazione. Non ci è dato sapere i dettagli di quell’incontro avvenuto in tempi remoti, ma si racconta che fu uno scontro memorabile. Fatto sta che i due “Re” si ritrovarono uno davanti all’altro ansimanti ed entrambi sanguinanti. La situazione precipitò; nessuno sa con precisione come andarono le cose, ma si dice che Mhyr Baelfire furbescamente avesse fatto appostare uomini armati di balestra sulle mura dell’arena che al momento giusto uscirono allo scoperto minacciando i membri della famiglia Pan. Anche questi ultimi però erano pronti a sfoderare le armi e a dare battaglia. La situazione sembrava critica e il massacro imminente quando, si racconta, Ranuncolo Pan colmo di rabbia decise di evitare lo scontro e lasciare il trono al suo avversario. Nessuno sa se le cose andarono veramente così, la verità si è persa fra le nebbie del tempo. Fatto sta che le due famiglie presero strade differenti. Ranuncolo Pan non restò a farsi comandare dal nuovo Re e radunò i membri della famiglia e chiunque volesse seguirlo, dirigendosi verso terre lontane. Vennero fondate due nuove città. La famiglia Baelfire incoronò il proprio Re nella città che chiamarono “Nuova Dragonia” in onore del vecchio continente perduto. La famiglia Pan battezzò la propria “Esperia”. Negli anni seguenti le due famiglie allargarono i propri domini su un territorio più ampio delimitando due veri e propri regni. Ci furono guerre, alleanze e tradimenti. Dopo Mhyr Baelfire e Ranuncolo Pan si susseguirono altri sovrani che regnarono, conquistarono e perdettero il controllo su villaggi e regioni. Fino ad arrivare alla situazione attuale, all’avvento dell’anno 1525 D.C.(Dopo il Concordato) durante il quale è stato firmato un trattato fra il regno di Nuova Dragonia e quello di Esperia, che sancisce una tregua e l’apertura di scambi di tipo commerciale. Nel frattempo in giro per il nuovo mondo cominciarono ad apparire strane creature e fra gli avventurieri correvano voci di avvistamenti di mostri somiglianti a quelli descritti nelle cronache del vecchio continente. Alcuni ipotizzarono che i mostri fossero giunti proprio dal mondo oltre l’oceano, passati in qualche modo da cunicoli e gallerie scavate sottoterra o addirittura da vie nascoste che collegano i due mondi…
By DavideRei
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